Mattarella, dopo Palazzo ‘apre’ anche Castelporziano

Dopo il palazzo, la tenuta. Sergio Mattarella prosegue nella sua di linea di ‘apertura’ dei luoghi storici della Presidenza della Repubblica per farne ‘la casa di tutti gli italiani’ e, dopo aver disposto l’ingresso del pubblico per cinque giorni alla settimana nella maggior parte delle sale di rappresentanza e di lavoro, ora dispone anche l’utilizzo della tenuta di Castelporziano come centro estivo per disabili da lunedi’ prossimo e per tutta l’estate. Gia’ da qualche anno la tenuta, che e’ uno dei parchi naturalistici ed archeologici piu’ preziosi d’Italia, era aperto alle scolaresche e alle associazioni culturali dal primo novembre a meta’ giugno, ma dal 15 giugno al 30 agosto il Capo dello Stato ha deciso di offire a 500 adulti e minori con disabilita’ una vacanza dal caldo di Roma e delle altre citta’ del Lazio. Un modo, spiegano al Quirinale, per dare”concreto e gratuito sostegno alle persone disabili ed alle loro famiglie”. La Tenuta Presidenziale di Castelporziano, dista circa 25 Km dal centro di Roma e si estende su una superficie di quasi 6000 ettari comprendendo alcune storiche tenute di caccia quali Trafusa, Trafusina, Riserve Nuove e Capocotta. Riserva naturale dello Stato dal 1999, luogo di memorie storiche che dalle villle romane passa al Papato fino alla famiglia Savoia, per poi diventare una delle residenze della presidenza della Repubblica, vanta diverse zone archeologiche e un ecosistema che unisce pinete, sughereti, dune sabbiose su 3 chilometri di litorale, la presenza di una fauna selvatica di cinghiali, caprioli, picchi e barbagianni.


La tenuta si estende ormai dalla periferia della citta’
fino al litorale romano, comprendendo 3 Km di spiaggia ancora incontaminata, ricca di dune e di flora selvatica, un parco con la maggior parte degli ecosistemi costieri tipici dell’ambiente mediterraneo e un Museo naturalistico. Tra le piante piu’ caratteristiche delle 1082 specie botaniche presenti, le specie sempreverdi ed aromatiche a basso fusto, una lecceta di 261 ettari, le pinete di pino domestico per 750 ettari, querce (diverse specie) e una sughereta di 460 ettari, pioppi, aceri e carpini bianchi, poi i pascoli per gli allevamenti del bestiame domestico e le aree per le coltivazioni estensive dei cereali. Il sottobosco e’ particolarmente ricco degli arbusti propri della macchia mediterranea con piante aromatiche e in prevalenza sempreverdi: corbezzolo, cisto, erica, ginepro, lentisco, mirto, fillirea, alloro, alterno e ginestra. Esiste anche una pineta monumentale e nell’area meno accessibile della foresta sono stati catalogati 52 “patriarchi verdi” tra i piu’ significativi per dimensioni e portamento, appartenenti a 16 specie. A intervallare queste foreste ci sono le “piscine”, specchi di acqua naturale che testimoniano l’antica presenza di ambienti umidi, di boschi allagati e di paludi che un tempo si estendevano a sud sino alla pianura pontina e a nord sino alla maremma. Alla grande varieta’ di piante, corrisponde una analoga ricchezza di specie faunistiche. Oltre ai cinghiali e ai daini selvatici, sono presenti i caprioli e alcuni cervi. Accanto a loro anche molti mammiferi, fra cui la martora, la puzzola, la faina e il tasso, la volpe e il riccio, e fra i roditori l’istrice, la lepre e il coniglio selvatico. Di particolare interesse zoologico vanno segnalati il cinghiale maremmano in purezza, il capriolo attribuito alla sottospecie italica e la lepre mediterranea.

Altrettanta ricchezza c’e’ nelle specie ornitologiche, tanto che la tenuta e’ diventata una stazione di inanellamento. Ad abitare boschi e piscine di Castelporziane si possono avvistare i picchi di varie specie, la ghiandaia, i rapaci notturni, la civetta, l’allocco e il barbagianni; fra quelli diurni la poiana, fra gli uccelli di passo molte specie sono svernanti come il colombaccio e la beccaccia e, attirati dalle zone umide, anatidi, limicoli e trampolieri, mentre nel periodo primaverile l’avifauna si arricchisce di altre specie come il rigogolo, la tortora, il nibbio bruno nidificante con una colonia numerosa e molte altre specie di insettivori. La tenuta era anche riserva di caccia, ma l’allora presidente Giovanni Leone vieto’ l’attivita’ venatoria nel 1977.  Attualmente l’ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale) collabora con la tenuta per la gestione e lo studio degli aimali selvatici. Ma oltre ad essi ci sono anche allevamenti di pregio, tra cui equini e bovini di razza maremmana, quasi in via di estinzione, allevati allo stato brado ed accuditi da esperti butteri, secondo la tradizione secolare. Quanto al valore storico artistico, testimoniato da un Museo Storico archeologico, nei confini della tenuta si trovano otto ville romane, tra cui quattro ville marittime residenziali, la villa di Publio Terenzio e quella del Discobolo, oltre alla villa di Plinio il giovane (attribuzione recente). Dopo la fine del’impero romano, l’area entro’ nell’orbita del papato e divenne latifondo della Chiesa, poi dotazione dei monaci di San Saba. Dal X secolo si avvio’ la realizzazione di una torre che divenne il nucleo centrale del futuro Castrum, attualmente raddoppiato rispetto all’antico castello.

Da loro passo’ prima all’Arcispedale di S Spirito e poi alla famiglia fiorentina dei Del Nero. Per cinquant’anni nell’Ottocento fu della famiglia Grazioli che poi la vendette a Quintino Sella, allora ministro delle Finanze del Regno d’Italia, per farne riserva di caccia e villa di rappresentanza della famiglia Savoia. Con il passaggio dalla monarchia alla Repubblica, Castelporziano divenne dotazione della Presidenza della Repubblica. Attualmente resta con Villa Rosebery a Napoli e con il Quirinale, una delle tre residenze del Capo dello Stato, dopo che la tenuta di San Rossore fu ceduta dall’allora presidente Oscar Luigi Scalfaro alla Regione Toscana. Da lunedi’, quindi, per cinque giorni alla settimana, 500 disabili trascorreranno la giornata in questa oasi storico-naturalistica, utilizzando gli stabilimenti balneari della spiaggia della tenuta e potendo partecipare a visite guidate nel parco. Per la realizzazione del progetto e’ stato sottoscritto dal Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, dall’Assessore alle politiche sociali del Comune di Roma, Francesca Danese, e dal Segretario Generale della Regione Lazio, Andrea Tardiola, un apposito protocollo di intesa che consentira’ un pieno coinvolgimento delle strutture e delle associazioni operanti nel settore, in ambito comunale e nei territori limitrofi. I gruppi saranno selezionati dal Comune di Roma e dalla Regione Lazio e composti ciascuno da circa trenta persone. Alla realizzazione del progetto si fara’ fronte con le risorse del Segretariato generale della Presidenza della Repubblica gia’ disponibili per iniziative di coesione sociale.

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