Mattarella-Draghi e la scommessa sui giovani: mai più marginali

Mattarella-Draghi e la scommessa sui giovani: mai più marginali
26 ottobre 2021

Protagonisti “indispensabili” del Paese “non per il futuro ma per il presente”. Nel momento in cui l’Italia, dopo i mesi bui della pandemia e la paralisi economica, cerca il rilancio, lo scatto in avanti, l’occasione storica per cambiare, Quirinale e Palazzo Chigi puntano sui grandi assenti degli ultimi decenni: i giovani. Non lo fanno con frasi di maniera, messe qua e là in fondo ai discorsi ufficiali, ma andando là dove sono i ragazzi e le ragazze: scuole, università, iniziative dedicate e portate avanti da loro. Con un obiettivo: dimostrare che l’Italia, che per anni si è dimenticata di loro o li ha rinchiusi in categorie, vuole, può e deve rimediare. Con il loro contributo da protagonisti.

Mentre a Roma si costruisce la manovra economica e i partiti cercano di fare tesoro, nel bene e nel male, dell’ultima tornata di elezioni amministrative, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier Mario Draghi si recano rispettivamente a Pisa, a Foggia e a Bari per parlare con i giovani e per ascoltarli. “Negli ultimi mesi, ogni volta che ho avuto occasione di incontrare dei giovani, sono rimasto colpito dal loro idealismo, dalle loro capacità, dalla loro dedizione – racconta Draghi incontrando la comunità dell’Its Cuccovillo di Bari – .
Con tutti loro, con tutti voi, voglio prendere un impegno. Dopo anni in cui l’Italia si è spesso dimenticata delle sue ragazze e dei suoi ragazzi, sappiate che le vostre aspirazioni, le vostre attese, oggi sono al centro dell’azione del Governo”.

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Non è un impegno generico ma si coniuga con la gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Draghi, infatti, è convinto che “investire nella scuola è un dovere civile e un atto di giustizia sociale. Un sistema educativo che non funziona alimenta le diseguaglianze, ostacola la mobilità e priva l’Italia di cittadini capaci e consapevoli. Dalla formazione non dipende solo il vostro futuro, ma quello di tutti noi”. Più investimenti per la formazione e, in particolare, anche per l’istruzione tecnica all’avanguardia, che al Sud – ricorda il premier – può fare la differenza tra disoccupazione ed occupazione, ma anche tra legalità e illegalità. Ne parla apertamente il presidente della Repubblica, intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico all’Università di Foggia, quando osserva che “la formazione delle coscienze è indispensabile ovunque” e gli atenei e le scuole sono, soprattutto in territori difficili, presidi di legalità.

Giovani protagonisti oggi dunque, sottolinea Mattarella, capaci di far cambiare il Paese. Ma la politica non può stare a guardare. A noi, spiega Draghi, spetta il compito “di mettervi nelle condizioni” di compiere al meglio il cambiamento del Paese”, a voi quello di immaginare il Paese in cui vorrete vivere. Preparatevi a costruirlo, con passione, determinazione e – perché no – un pizzico di incoscienza”. L’Italia non è un paese per giovani e questo oltre che ingiusto non è più sostenibile perché, spiega Mattarella premiando gli alfieri del lavoro al Quirinale, “la marginalità di parte del mondo giovanile è sempre stata ragione di indebolimento delle società e delle economie: in una stagione di innovazione così accelerata, come è quella attuale, sarebbe una menomazione ancor più insopportabile. Non dobbiamo permetterlo”.

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