Politica

Mattarella: rimango per gli italiani, combattere le disuguaglianze

Il messaggio di Sergio Mattarella è chiaro, oggi nel suo discorso di insediamento pronunciato alle Camere riunite per l’avvio del secondo settennato: rimango per gli italiani e perché si eliminino le disuguaglianze. Ma per afr accadere ciò è anche necessario che il Parlamento rivaluti il suo ruolo di garanzia nell’accoglimento delle istanze che arrivano dalla “pancia” del Paese. Un Paese preoccupato dall’evoluzione della pandemia e da una giustizia che deve recuperare il “profondo rigore” che le è proprio. Con sullo sfondo una profonda attenzione per il malessere che arriva dai giovani. Insomma una comunità che deve essere in grado di “costruire un’Italia più moderna” e recuperare quella “dignità sociale” che rappresenta “un caposaldo di uno sviluppo giusto ed effettivo”.

Il capo dello Stato, rieletto, nel suo intervento dopo il giuramento per il nuovo settennato non si è scostato da quelli che sono stati i suoi richiami durante la presidenza precedente. Mattarella è arrivato oggi al giuramento a Montecitorio forte del plebiscito (popolare per certi versi) ricevuto dai grandi elettori nella votazione di sabato. Una rielezione certo non voluta ma sicuramente accettata di fronte alla sollecitazione – d’altronde era questa la condizione necessaria lasciata intendere nelle scorse settimane per rinunciare alla indisponibilità ribadita più volte ad una replica del settennato – emersa da un fronte parlamentare molto ampio. A cominciare dai partiti componenti l’attuale maggioranza che sostiene Mario Draghi al governo.

Un intervento di circa venti minuti, interrotto da oltre cinquanta applausi, che ha visto il capo dello Stato parlare di tutto. Innanzitutto chiarendo che è una “nuova chiamata, inattesa, alla quale non posso sottrarmi”. E aggiungendo che “adempirò al mio dovere secondo i principi della Costituzione”. Come dire, sarò qui per i prossimi sette anni come da mandato. In questo momento, ha sottolineato, “il mio pensiero è rivolto a tutte le italiane e gli italiani”, soprattutto a quelli “più in sofferenza” e alle loro attese, che “sarebbero fortemente compromesse dal prolungarsi di uno stato di profonda incertezza politica”. E’ questa “consapevolezza” la ragione, ha affermato Mattarella, “la ragione del mio sì”. L’Italia “è un grande Paese” e avverte l’esigenza della stabilità.

Per questo “è necessario il concorso di ciascuno”. Perché, considerando il periodo emergenziale che stiamo passando causa Covid, “dobbiamo cominciare a costruire l’Italia del dopo emergenza”. Serve “impegno comune” per avere un Paese che “cresca in unità” in cui “le disuguaglianze – territoriali e sociali – vengano meno”. Per Mattarella serve “una Repubblica capace di riannodare il patto costituzionale tra gli italiani e le loro istituzioni”. Rilanciando anche così il processo europeo. Una riflessione questa che secondo Mattarella “si propone anche sul funzionamento della nostra democrazia, a tutti i livelli”. Una autentica democrazia, ha sottolineato, “prevede il doveroso rispetto delle regole di formazione delle decisioni”.

Un ruolo cruciale, in questo senso, lo ha il Parlamento “come luogo della partecipazione. Il luogo dove si costruisce il consenso attorno alle decisioni che si assumono”. Mattarella non ha dubbi, “quello che appare necessario è che il Parlamento sia sempre posto in condizione” di poter esaminare gli atti fondamentali di governo del Paese “in tempi adeguati”. Questo dipende dalla capacità dei partiti di “esprimere ciò che emerge dai diversi ambiti”. I partiti, è ancora una volta il richiamo del capo dello Stato, “sono chiamati a rispondere alle domande di apertura che vengono dai cittadini” e per questo “il Parlamento ha davanti a sé un compito di grande importanza perché, attraverso nuove regole, può favorire uan stagione di partecipazione”. 

Non poteva mancare il richiamo alla magistratura, “per troppo tempo diventata terreno di scontro”. Una magistratura, ha detto Mattarella fra l’altro nella veste di presidente del Csm, a cui devono “corrispondere le pressanti esigenze di efficienza e di credibilità”. Le riforme annunciate è necessario giungano “con immediatezza” affinché il Csm “possa svolgere appieno la funzione che gli è propria”. Insomma, per Mattarella serve che “venga recuperato un profondo rigore”, con i cittadini che “devono poter nutrire convintamente fiducia e non diffidenza verso la giustizia”.

Dopo aver mandato a papa Francesco i “sentimenti di gratitudine del popolo italiani”, Mattarella ha parlato di scuola riferendosi evidentemente alle polemiche degli ultimi giorni sugli scontri in piazza. La cultura “non è il superfluo” e deve essere sostenuta da “una scuola che sappia accogliere e trasmettere preparazione e cultura. Costruire un’Italia moderna è il nostro compito”. In questo quadro, ha rilevato, “tanti, troppi giovani sono sovente costretti in lavori precari e malpagati, quando non confinati in periferie esistenziali”. Per Mattarella “è doveroso ascoltare la voce degli studenti, che avvertono tutte le difficoltà del loro domani e cercano di esprimere esigenze, domande volte a superare equilibri e contraddizioni”.

 Infine, “la pari dignità sociale è un caposaldo di uno sviluppo giusto ed effettivo. Le diseguaglianze – ha sostenuto il presidente – non sono il prezzo da pagare alla crescita, sono piuttosto il freno di ogni prospettiva di crescita. Nostro compito è rimuovere gli ostacoli”. Per Mattarella dignità significa azzerare le morti sul lavoro, opporsi al razzismo, impedire la violenza sulle donne, impedire la tratta degli esseri umani, dignità significa il diritto allo studio, il rispetto degli anziani e il contrasto alla povertà e carceri non sovraffollate. Ancora, significa un paese libero dalle mafie e dove sia assicurato il diritto dei cittadini ad una informazione libera e indipendente. Insomma la dignità come “pietra angolare del nostro impegno, della nostra passione civile”.

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