Medici (SxR): “Casa delle donne” sotto sfratto da Raggi

Medici (SxR): “Casa delle donne” sotto sfratto da Raggi
Il sindaco di Roma, Virginia Raggi
7 novembre 2017

L’indiscrezione la riporta sulla sua pagina Facebook Sandro Medici, già presidente dell’ex X Municipio di Cinecittà e il più votato nella lista di Sinistra per Roma alle elezioni che hanno portato la prima donna, Virginia Raggi, nel ruolo di sindaco della Capitale. L’amministrazione capitolina a 5 stelle starebbe per sfrattare la “Casa internazionale delle donne” dalla storica sede di via della Lungara. Per ora è un’indiscrezione. “Appena sussurrata lungo i corridoi degli uffici comunali. Ma a ritmi sempre più insistenti. Tanto da indurmi a riferirla – spiega Medici -. Il Comune vorrebbe sfrattare la Casa internazionale delle donne. Mi viene da dirlo subito: se così fosse, ci troveremmo di fronte a un attacco frontale del movimento cinquestelle. Contro le culture di sinistra, contro i movimenti, contro l’associazionismo. Contro le pratiche politiche e le esperienze sociali che hanno nutrito e arricchito la città. Contro le nostre lotte e la nostra passione”.

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La Casa internazionale delle donne è la casa madre del femminismo italiano. A Roma, attacca ancora Medici “non se ne può più di questa amministrazione che non sa fare il suo mestiere basilare, far funzionare cioè la città, e nel contempo sguinzaglia la sua burocrazia contro le centinaia di realtà intelligenti e vitali, le uniche che tengono ancora acceso in città un minimo di socialità, solidarietà, progettualità. Ed è un pretesto infingardo, sostenere che devono sloggiare perché sono in arretrato con il canone d’affitto, quando il loro contributo in servizi sociali, accoglienza, attività culturali, creazione di lavoro, progetti d’eccellenza è ben superiore al dovuto. Tanto da essere in credito con il Comune, non in debito”. Ma per quella che Medici definisce “la sgraziata ottusità del Campidoglio è pressoché impossibile comprendere lo spessore di tale valore sussidiario, materiale e immateriale. Per questi custodi del nulla contano solo metri quadrati, rendite catastali, tipologie edilizie. Quando la legalità diventa imbecillità – conclude – si consumano le ingiustizie e si calpestano i diritti. E si finisce per svelare le reali intenzioni politiche del movimento cinquestelle a Roma: spegnere la città, normalizzarla, desertificarla; appiattirla fino a raggiungere il livello della propria mediocrità”.

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