Giorgia Meloni
Il governo italiano approverà un nuovo decreto di aiuti militari all’Ucraina entro la fine dell’anno, confermando il sostegno nonostante l’intensificarsi degli attacchi russi sulle infrastrutture civili. Lo ha annunciato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rientrata dal vertice del Consiglio di Cooperazione del Golfo, sottolineando che l’esecutivo lavora “per la pace” ma continuerà a fornire assistenza alla difesa ucraina.
“La possibilità di inviare aiuti scade il 31 dicembre, il decreto ci sarà”, ha dichiarato Meloni durante un punto stampa. La premier ha specificato che sono in programma più Consigli dei ministri prima di quella data per gestire le urgenze, definendo la tempistica una “questione logistica”. Tra le priorità immediate figura l’invio di generatori di corrente di grande capacità, prodotti da aziende italiane, per far fronte ai sistematici bombardamenti russi contro le reti energetiche in piena stagione invernale. “Aiuteremo l’Ucraina a potersi difendere da un aggressore”, ha aggiunto.
Contemporaneamente, a Bruxelles, la Commissione Europea ha presentato due opzioni per coprire il fabbisogno finanziario ucraino per il biennio 2026-2027, valutate complessivamente fino a 140 miliardi di euro. La prima prevede un prestito diretto dell’UE utilizzando il margine di flessibilità del bilancio comunitario (il cosiddetto “Headroom”). La seconda, più innovativa e dibattuta, è un “prestito di riparazione” finanziato tramite la liquidità generata dagli asset della Banca Centrale Russa immobilizzati in Europa.
Il pacchetto di cinque proposte legislative, che include garanzie per proteggere Stati membri e istituti finanziari da ritorsioni, mira a dare “sicurezza finanziaria” a Kiev indipendentemente dall’evoluzione del conflitto. Tuttavia, la complessità giuridica dell’operazione suscita prudenza. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, pur esprimendo favore politico, ha avvertito della necessità di uno “studio giuridico approfondito” per evitare “scossoni” alla stabilità dell’eurozona, dopo che anche la Banca Centrale Europea ha sollevato perplessità.
La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha presentato le proposte come un “segnale molto forte” al popolo ucraino e un messaggio a Mosca. “Il prolungamento della guerra comporta un costo elevato per la Russia”, ha affermato, sostenendo che il sostegno finanziario pone Kiev “in una posizione di forza” per futuri negoziati. “Nessuno vuole più pace dell’Ucraina”, ha ribadito, definendo il pacchetto un investimento strategico per la sicurezza europea e una “passe giusta e duratura”.
Sul fronte militare, al margine di una riunione dei ministri degli Esteri NATO a Bruxelles, Polonia, Germania e Norvegia hanno annunciato un accordo congiunto da 500 milioni di dollari per l’acquisto di missili per sistemi Patriot da destinare all’Ucraina. L’acquisto avverrà attraverso il programma Purl (Peacekeeping, Urgent Requirements for Logistics), uno strumento finanziato da alleati europei per procurare armamenti americani a Kiev. La decisione arriva mentre gli attacchi russi con missili e droni continuano a colpire le città ucraine.
La scelta definitiva tra le due opzioni finanziarie proposte dalla Commissione europea sarà ora al centro del dibattito tra i capi di Stato e di governo. La palla passa al prossimo Consiglio Europeo in programma il 18 e 19 dicembre, chiamato a “raggiungere un impegno chiaro sulla strada da seguire”. L’esito non è scontato, diviso tra la necessità di un sostegno duraturo a Kiev e le valutazioni di fattibilità giuridica ed economica, in particolare sull’uso degli asset russi congelati.