Meloni: oltre 30 miliardi per l’emergenza energetica

Meloni: oltre 30 miliardi per l’emergenza energetica
Giorgia Meloni
4 novembre 2022

 Il Consiglio dei ministri ha approvato la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Nadef) che rivede e integra quella deliberata lo scorso 28 settembre, aggiornando le previsioni macroeconomiche e tendenziali di finanza pubblica ed elaborando anche lo scenario programmatico per il triennio 2023-2025. La politica economica che il Governo ha adottato, spiega Palazzo Chigi, si basa sull’esigenza di rispondere all’impennata dell’inflazione e all’impatto del caro energia sui bilanci delle famiglie, specialmente quelle più fragili, e di garantire la sopravvivenza e la competitività delle imprese italiane nel contesto europeo e a livello globale, anche in considerazione dei corposi interventi recentemente annunciati da altri Paesi membri dell’Unione europea e extra europei. “Noi riusciamo per il 2022 con la Nadef a liberare, soprattutto per l’extragettito e un terzo trimestre favorevole che mostra uno 0,5% in più di pil, 9 miliardi e mezzo – ha detto la premier, Giorgia Meloni -.
La prossima settimana, e faccio un appello al Parlamento perché approvi la nostra richiesta, vogliamo utilizzare queste risorse sul caro energia per prorogare i provvedimenti fino a fine anno e immaginare altre misure”.

Le trivelle tornano in azione

La Meloni ha anche annunciato che il Cdm ha varato anche “un’altra misura che abbiamo voluto approvare e che sarà un emendamento per unicità di materia al decreto aiuti in conversione e che riguarda l’energia, e cioè la possibilità di liberare alcune estrazioni di gas italiano, favorendo e ampliando concessioni in essere o nuove concessioni, chiedendo ai concessionari che dovessero aderire a queste concessioni di mettere in distribuzione da subito, da gennaio, del gas – tra 1 miliardo, 2 miliardi di metri cubi, da destinare alle aziende gasivore a un prezzo calmierato”. “Riguarda per i primi due anni – ha spiegato la premier – il 75% del gas potenziale che si può estrarre per essere dato a un prezzo calmierato che consente di mettere in sicurezza le nostre aziende”. In sostanza, “vogliamo affrontare la questione energetica non solo sul piano emergenziale, ma interrogarci su come si possa essere il più possibili autonomi”.

Leggi anche:
25 Aprile, Montanari al Secolo: "tornate nelle fogne", Fdi insorge

 La previsione di crescita del Pil

“Un forte impegno”, sottolinea Palzzzo Chigi, sarà anche dedicato all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), da cui dipendono ingenti investimenti per rilanciare la crescita sostenibile dell’economia italiana. Come specificato nella Nadef, l’entità della manovra netta 2023 viene stimata pari a circa 21 miliardi e sarà destinata interamente al contrasto al caro energia. La previsione di crescita del Pil è stata rivista al rialzo per il 2022, da 3,3 per cento a 3,7 per cento, mentre quella per il 2023 è stata ridotta dallo 0,6 per cento allo 0,3 per cento. Le previsioni per i due anni successivi sono invece rimaste invariate, all’1,8 per cento e all’1,5 per cento. Le nuove stime del deficit tendenziale confermano quelle della Nadef di settembre relativamente al 2022 e al 2023, in cui l’indebitamento netto è previsto pari, rispettivamente, al 5,1 per cento del Pil e al 3,4 per cento del Pil. Vengono invece riviste lievemente al rialzo le previsioni di deficit per il 2024, dal 3,5 al 3,6 per cento del Pil, e per il 2025, dal 3,2 al 3,3 per cento. Il lavoro di predisposizione della legge di bilancio procederà a ritmi sostenuti nei prossimi giorni, con l’obiettivo di consegnare al più presto al Parlamento il disegno di legge di bilancio per il 2023.

Leggi anche:
Patto di stabilità, ok del Parlamento Ue. I partiti italiani si astengono

Scostamento di bilancio

Contestualmente, il Consiglio dei ministri ha approvato la Relazione al Parlamento, da presentare alle Camere, ai fini dell’autorizzazione allo scostamento di bilancio. Con la relazione gli obiettivi programmatici sono fissati a 4,5 nel 2023, 3,7 nel 2013 e 3 nel 2025. Rispetto alla previsione tendenziale questo comporta un margine di risorse da utilizzare di 21 miliardi per il 2023 e di 2,4 miliardi per il 2024. La relazione dà conto dell’extra gettito di 9,1 miliardi per il 2022. Attraverso le risorse aggiuntive che saranno rese disponibili con lo scostamento, il Governo intende adottare misure che consentiranno di assicurare gli urgenti e necessari interventi per contrastare gli aumenti energetici. “Noi intendiamo fare delle scelte e dare dei segnali rispetto a impegni presi ma andrà fatto nelle more dei 22 miliardi per l’energia – ha detto ancora la Melomi – recuperando risorse. E’ una scelta politica. Vogliamo usare questa legge di bilancio per dare segnali su scelte politiche che vogliamo fare e questo significa togliere risorse da cose che non hanno funzionato e metterle su cose che funzioneranno meglio”.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti