Meloni salta Alicante (e incontro con Macron)

Meloni salta Alicante (e incontro con Macron)
Giorgia Meloni e Emmanuel Macron
9 dicembre 2022

Poteva essere il meeting del disgelo, o quello della tensione. E invece, tutto rimandato. Una influenza, fa sapere palazzo Chigi, impedisce a Giorgia Meloni di partecipare al vertice EuMed di Alicante. Dunque, alla fine, niente focus sull’energia e sul patto di stabilità europea. Ma soprattutto niente faccia a faccia con il presidente francese Emannuel Macron all’indomani dell’ennesimo scontro sul tema migranti. Dallo staff del presidente del Consiglio ci tengono subito ad allontanare le voci e i sospetti di una malattia un po’ troppo provvidenziale, e fanno sapere che “non c’è nessun collegamento” con il botta e risposta che ieri ha visto la Francia sostenere di essere ancora in attesa che la premier italiana indicasse una data per la sua visita a Parigi, e il governo spiegare che dall’Eliseo non è mai arrivato alcun invito ufficiale.

Il braccio di ferro resta, anche perché dallo scontro sulla Ocean viking in poi, Macron e Meloni non hanno ancora avuto un incontro ‘chiarificatore’. A provare a metterci una pezza ci pensa Antonio Tajani che, in qualità di vice premier e ministro degli Esteri, è arrivato nella città spagnola per portare la posizione del governo italiano al posto della premier. Sulla questione dell’immigrazione, dice “noi abbiamo posto e continueremo a porre in tutte le sedi un problema che è globale, non una questione Italia-Francia o Italia-Germania”. Il responsabile della Farnesina nega di aver parlato della tensione diplomatica con il presidente francese e prova a minimizzare. “Ho salutato Macron, che conosco da tanti anni, ma non credo che si debba insistere su divisioni. Possono esserci opinioni divergenti ma dobbiamo sempre trovare soluzioni a livello europeo”.

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La scelta è quella di smorzare i toni. “Oggi verranno fatte attraccare nel porto di Salerno una o due navi. Non manca mai da parte dell’Italia una risposta solidale, l’importante è che si rispettino sempre e comunque le regole, anche da parte delle Ong”. Nelle discussioni affrontate ad Alicante il tema dell’immigrazione non si sarebbe in realtà affacciato, pur essendo presente nella dichiarazione finale sottoscritta dai leader al termine del vertice. Buona parte dei lavori è stata invece dedicata all’emergenza energetica e alle ricadute sull’economia. E in vista della riunione del Consiglio europeo della prossima settimana, i nove Paesi del Sud dell’Europa hanno scelto di fare fronte comune sul controverso tema del tetto al price cap, su cui la Germania continua ad avere una posizione piuttosto rigida.

“Chiediamo di introdurre rapidamente un tetto al prezzo del gas basato sul mercato in modo temporaneo ed efficace, che garantisca la prevenzione di prezzi dell’energia eccessivi e anche la competitività industriale e la sicurezza dell’approvvigionamento”, scrivono i nove leader. Non senza risparmiare una stoccata proprio al governo tedesco che ha varato un piano di aiuti anti crisi da 200 miliardi per fronteggiare la forte inflazione interna. “Sottolineiamo – dicono – l’importanza di mantenere condizioni di parità e l’integrità del mercato unico. Pertanto, riteniamo che le misure nazionali debbano essere integrate da meccanismi a livello dell’Ue, tenendo conto anche della necessità di preservare la competitività globale dell’Europa”.

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