Messina, 26 anni per decidere dove realizzare palazzo di giustizia

Il presidente della Corte d’appello Fazio: “E’ diventata la fiera delle chiacchiere e dei vaniloqui”.

Ancora un miraggio dopo ventisei anni il secondo Palazzo di giustizia satellite di Messina, una struttura indispensabile per la città per decongestionare il tribunale, sempre più, tra l’altro, in cattive condizioni. L’amministrazione comunale però ancora non ha annunciato la sua decisone, nonostante il parere dell’Ordine degli avvocati, magistratura e della stessa Università di Messina che tendono a utilizzare l’ex casa dello studente. In tutti questi anni si è cercata una soluzione, ma per incapacità non si è mai presa una decisione e ora si rischia di perdere circa 14 milioni di euro di finanziamenti previsti dal 1995 per la realizzazione della struttura. Nel frattempo, monta la polemica tra chi è favorevole o contrario all’utilizzo dell’ex casa dello studente. Il presidente dell’ordine degli avvocati di Messina, Francesco Celona, evidenzia: “Ci sono delle resistenze che non capisco per la realizzazione del secondo palazzo di giustizia dove è stato indicato, c’è un progetto e se non si agisce in tempo, potremmo perdere dei finanziamenti”. “Ci sono forse dei poteri forti – chiosa – che non vogliono approvare questa scelta. Non comprendo anche l’atteggiamento dell’amministrazione comunale poiché l’unico dietrofront su questa opzione è proprio quello del sindaco che ancora non ha una soluzione concreta e non sembra voler decidere”. L’annosa questione era stata evidenziata, tra l’altro, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Lo stesso presidente della Corte d’appello, Nicolò Fazio, aveva rimarcato: “Quella del Palazzo di giustizia satellite è ormai diventata la fiera delle chiacchiere, dei vaniloqui, una vicenda incredibile, scandalosa”. Insomma, nel mirino c’è il primo cittadino della città dello Stretto che senza mezzi termini replica: “Non accetto che nessuno usi un linguaggio di questo genere nei miei confronti parlando di poteri forti – tuona Renato Accorinti -. Io ho passato una vita a combatterli e quindi rimando al mittente le accuse. E’ arrogante porre la questione della nuova sede del Palazzo di giustizia spiegando che o si fa nell’ex casa dello studente o chissà cosa c’è sotto. Io nell’interesse della città – prosegue il primo cittadino – voglio vedere tutte le opzioni che ci sono per scegliere quella migliore senza farmi condizionare da nessuno. Per 26 anni  hanno rimandato una decisione su l’argomento e ora  le colpe le ho io dopo soli sei mesi”. E, mentre il rettore sembra d’accordo nel concedere la struttura, pur dopo aver ricevuto delle valide alternative dove realizzare i servizi per gli studenti, contraria al progetto è l’associazione Udu (Unione degli universitari). “La palazzina è stata dichiarata inagibile dopo il tragico terremoto dell’Aquila – fa sapere l’associazione – perché non più idonea rispetto alla normativa antisismica, ma adesso è praticamente pronta”. Il 6 febbraio scadrà, infatti, il termine relativo alla gara d’appalto per la messa in sicurezza e ci sarà l’assegnazione dei lavori che dovranno essere conclusi entro un anno. Il presidente della IV circoscrizione di Messina, Francesco Palano: “Sono i magistrati e gli avvocati che dovrebbero spostarsi nella sede dell’ex ospedale Margherita, ma non vogliono perché ritengono scomoda la sede, ma nelle scelte non devono prevalere interessi di parte”.  Insomma, sono tutti in campo, Università, magistrati, avvocati, politici e non ultimo sindacati che intervengono a sostegno dei lavoratori e gli operatori del settore giudiziario.  Per il segretario della Cisl di Messina, Tonino Genovese, “è evidente che la disorganizzazione delle strutture giudiziarie e la mancata realizzazione di una cittadella giudiziaria, ripercuotendosi negativamente dal punto di vista logistico sull’attività degli operatori del diritto, implica inevitabilmente un aumento dei costi della giustizia per il cittadino e per le casse comunali”.

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