Mezzogiorno, gli italiani più poveri degli stranieri. Il fenomeno avanza anche a Nord

Mezzogiorno, gli italiani più poveri degli stranieri. Il fenomeno avanza anche a Nord
17 ottobre 2016

Sono gli italiani, rispetto agli stranieri, a costituire la maggioranza assoluta delle persone che si rivolgono ai centri Caritas per i poveri nelle regioni del Mezzogiorno, ma anche le regioni del centro-nord hanno registrato un vistoso aumento del peso degli italiani. E’ quanto si legge nel rapporto 2016 di Caritas italiana su povertà, pubblicato oggi in occasione della Giornata internazionale contro la povertà. Nel corso del 2015, le persone incontrate nei centri inclusi nella rilevazione sono state 190.465 (in media circa 115 persone a centro). Il 44,8% ha fatto riferimento a servizi collocati nelle regioni del Nord, il 32,2%a CdA (centri di ascolto) del Centro e il 23,0% a strutture del Mezzogiorno. Il forte sbilanciamento dell`utenza verso i servizi del Settentrione, prosegue il rapporto Caritas 2016, non rispecchia l`incidenza della povertà in Italia ma è probabilmente ascrivibile da un lato alla maggiore ricettività e dimensioni dei centri di queste zone rispetto a quelli del Sud, dall`altro alla più alta percentuale di presenze straniere che nel Settentrione hanno fatto riferimento alle Caritas diocesane. Gli stranieri al Nord rappresentano il 64,5% delle persone ascoltate (a livello nazionale il 57,2%); nelle regioni del Mezzogiorno al contrario sono gli italiani (66,6%) a costituire la maggioranza assoluta del totale rispetto al 33,1% degli stranieri.

Emergono quindi due diversi profili di povertà: un Nord e un Centro per i quali il volto delle persone aiutate coincide per lo più con quello degli stranieri; un Mezzogiorno più povero e con una minor incidenza di immigrati, dove a chiedere aiuto sono prevalentemente famiglie di italiani. Anche le regioni del Centro-Nord, tuttavia, nel corso degli anni hanno registrato un vistoso aumento del peso degli italiani. La poverta’ colpisce in Italia quasi 4 milioni e 600 mila persone, ossia un milione e 582 mila famiglie ed è il dato piu’ alto dal 2005. Dal 2008 ad oggi, sottolinea il Rapporto, “nel Meridione, sono andati persi 576mila posti di lavoro, pari al 70% delle perdite di tutta Italia; i livelli occupazionali risultano i piu’ bassi registrati dal 1977 (5,8 milioni unita’)”. Ed anche le aree del Centro e del Nord hanno vissuto un vistoso peggioramento dei propri livelli di benessere, in modo particolare se paragonati agli anni antecedenti la crisi economica. In soli otto anni anche queste zone hanno visto raddoppiata la percentuale di poveri. Sul fronte dell’occupazione – rileva il Rapporto – le famiglie maggiormente sfavorite sono quelle la cui la persona di riferimento e’ in cerca di un’occupazione (tra loro la percentuale di poveri sale al 19,8%). E’ netto anche per questi casi il peggioramento rispetto al periodo pre-crisi (si e’ passati da un’incidenza del 7,0% al 19,8%). Accanto a tali situazioni negli ultimi anni sembrano aggravarsi le difficolta’ di chi puo’ contare su un’occupazione, i cosiddetti working poor, magari sotto-occupati e/o a bassa remunerazione. Tra loro particolarmente preoccupante e’ la situazione delle famiglie di operai, per le quali la poverta’ sale all’11,7%.

Leggi anche:
Decarbonizzare e non delocalizzare, l'Ue approva nuove norme per industria 

 

 

 

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti