La Sicilia ha una nuova legge elettorale per i comuni. In aula arriva manovra bis

La Sicilia ha una nuova legge elettorale per i comuni. In aula arriva manovra bis
8 agosto 2016

Via libera dall’Ars a tutti gli articoli legge elettorale che modifica le procedure per l’elezione dei consigli comunali e dei sindaci. Manca il voto finale all’intero provvedimento, fissato per domani martedi 9 agosto alle 11. Sempre domani, l’assemblea regionale siciliana esaminerà la cosiddetta manovrina bis di circa 7 milioni di euro. L’obiettivo è di approvarla nel giro di 48 ore, poi dal 10 agosto, come stabilito in conferenza dei capigruppo, il Parlamento sospenderà i lavori per la pausa estiva. Il ddl composto da una quarantina di articoli contiene anche la norma che autorizza l’accensione di un mutuo da 18 milioni di euro per le Terme di Sciacca e di Acireale, oltre all’assunzione nell’azienda regionale Servizi ausiliari (Sas) di 144 lavoratori in transito da altre società pubbliche liquidate o in liquidazione e altri finanziamenti per teatri e enti di importi minori.Tornando alla riforma elettorale, tra le novita’ introdotte l’elezione del sindaco al primo turno e senza ballottaggio con il 40% dei voti ottenuti dalla lista, l’effetto di trascinamento.

La lista o la coalizione collegata al sindaco che ha ottenuto il 40% dei voti ottiene il premio di maggioranza. Si applichera’ il sistema maggioritario per le elezioni nei comuni con popolazione fino a 15 mila abitanti. I sindaci saranno automaticamente dichiarati decaduti se si dimette il 60% dei consiglieri in carica, ma quest’ultima norma vigera’ solo nei comuni fino a 5 mila abitanti. Sparisce del tutto la norma sulla doppia preferenza di genere. Nel corso della seduta pomeridiana i deputati del centrodestra hanno cercato in ogni modo di rinviare la trattazione della riforma elettorale per gli enti locali, chiedendo alla presidenza dell’Ars di invertire l’ordine del giorno proseguendo con le variazioni di bilancio bis. Anche il M5s ha chiesto di fermare la riforma, ma il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha più volte richiamato il regolamento parlamentare, ricordando che l’ordine del giorno è stato determinato dalla conferenza dei capigruppo e non può più essere modificato.

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