Monti del Pollino: 10 morti per il torrente in piena, bimba in prognosi riservata. Procura: non ci sono ancora indagati

21 agosto 2018

Dieci morti accertati, almeno tre dispersi. Una tragedia che forse poteva essere evitata quella causata dalla piena del torrente Raganello, tra i monti del Pollino, nel territorio del comune di Civita (Cosenza), e che segna un bilancio ancora non definitivo.

Stamattina sul posto e’ giunto il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa: “Siamo stanchi di piangere i morti”, ha affermato. “Ho voluto fortemente essere qui, accanto a queste persone sofferenti, per far sentire anche alle loro famiglie la vicinanza non solo mia ma di tutto il governo”, ha sottolineato Costa. Il giorno dopo le ricerche continuano costantemente, impegnando squadre di soccorritori provenienti anche dalle Regioni vicine.

L’obiettivo e’ quello di scandagliare palmo dopo palmo tutto il corso del torrente, fino al mare. Si cercano i dispersi che, secondo la Protezione civile, sono almeno tre: ma il numero e’ impossibile da certificare. Le Gole del Raganello sono visitate ogni giorno da decine di escursionisti. Non ci sono accessi controllati ed ognuno puo’ muoversi autonomamente. Ieri, se le ricostruzioni fornite fino ad ora saranno confermate, c’erano due gruppi di turisti ed escursionisti. Nessuno di loro, pare, era attrezzato per una escursione vera e propria. Era una gita, non un’attivita’ sportiva, come dimostra anche il fatto che una delle vittime, una ragazza di 14 anni, sia stata trovata in costume da bagno.

I feriti sono almeno 5, in gravi condizioni mentre quattro uomini presentano politraumi. Una bambina di 9 anni, è stata trasferita dall’ospedale di Cosenza al Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma. Al momento – a quanto si apprende da fonti dell’ospedale – e’ ricoverata nel reparto di Terapia Intensiva Pediatrica, diretto dal professor Giorgio Conti, per insufficienza respiratoria acuta da inalazione di acqua fangosa. La bimba e’ ventilata artificialmente in sedazione profonda e la prognosi e’ riservata. Il numero dei visitatori nella zona, specie durante i fine settimana e i giorni di festa, e’ altissimo. Il giorno di Ferragosto, ad esempio, tra le gole c’erano centinaia di vacanzieri, alcuni accompagnati dalle guide, altri in autonomia.

Ha detta della Procura, “c’è una consulenza in corso, ci sono molti altri atti in corso e sono complessi e analitici. Non ci sono indagati”. “Se ci sono accertamenti in corso sulle possibili cause – ha detto il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi – non ci può essere alcun indagato. Al momento non è possibile restringere il campo neanche per escludere alcune ipotesi piuttosto che altre”. Secondo quanto spiegato dagli inquirenti, i consulenti tecnici stanno lavorando su un duplice fronte: da un lato acquisiscono ed esaminano materiali video e dall’altro catalogano i reperti rinvenuti sul luogo del crollo, per poi confrontarli con le immagini video. Al momento non risultano però nuove acquisizioni di video o materiale documentale.

L’onda di piena giunta ieri ha travolto tutti sia per la forza che per la portata del torrente. Un muro d’acqua e detriti di almeno 2,5 metri di altezza che ha scaraventato le persone a centinaia di metri di distanza. Alcuni corpi sono stati recuperati ad almeno tre chilometri di distanza dal punto di “impatto” della piena. Una tragedia evitabile: c’era un bollettino di allerta meteo che era stato diffuso dalla Protezione civile sin dal giorno prima. Le eventuali responsabilita’ saranno comunque accertate dalla Procura di Castrovillari, che ha aperto un’inchiesta ipotizzando i reati di omicidio colposo, lesioni colpose, inondazione e omissione d’atti d’ufficio.

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