Cronaca

Morte Fadil, Polanco non temeva Berlusconi ma Putin

Marysthell Polanco, l’ex showgirl dominicana ospite alle serate a luci rosse ad Arcore, gia’ a gennaio scorso aveva “confidato di temere eventuali conseguenze sulla sua persona nel caso avesse detto la verita’ sulle serate ad Arcore” e, di fronte “alla perplessita’” dei pm, aveva detto di “non temere una reazione di Silvio Berlusconi, ma di Vladimir Putin, che pure avrebbe partecipato a taluna delle note serate”. Lo hanno scritto, a fine marzo, i pm di Milano in un decreto per richiedere intercettazioni, quando indagavano sulla misteriosa morte di Imane Fadil, avvenuta l’1 marzo per aplasia midollare, come si e’ saputo solo dopo una complessa e lunga consulenza medico legale.

La stessa Polanco, sentita poi il 15 marzo, dopo la morte di Fadil, aveva parlato di una cena ad Arcore con Putin. Gia’ il 9 gennaio, tuttavia, scrivono i pm, si era presentata col suo legale Paolo Cassamagnaghi in Procura per chiedere, in sostanza, se avesse potuto parlare e patteggiare (non si poteva perche’ il processo Ruby ter, nel quale e’ imputata, era gia’ iniziato). Sempre quel giorno aveva “confidato” di temere per la sua incolumita’ se “avesse detto la verita’” sulle serate di Arcore e, in particolare, di temere una “reazione” di Putin.

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