Politica

Pompeo incontra principe Mohammed bin Salman (sempre più solo)

Dopo avere incontrato il re saudita, il segretario americano di Stato, Mike Pompeo, ha incontrato anche il principe erede al trono Mohammed bin Salman (noto anche come Mbs). Nell’incontro a Riad (Arabia Saudita), il capo della diplomazia americana ha “ribadito” la preoccupazione del presidente Donald Trump in merito alla scomparsa su suolo turco del giornalista saudita Jamal Khashoggi, critico del suo Paese: di lui si sono perse le tracce da quando il 2 ottobre scorso entrò nel consolato saudita a Istanbul.

Stando a una nota diffusa dal dipartimento di Stato, Pompeo ha espresso anche il desiderio di Trump di “accertare che cosa sia successo”. Il segretario “ha dato il benvenuto al sostegno dell’Arabia Saudita all’inchiesta delle autorità turche”, che da sempre sostengono che il reporter sia stato ucciso dentro la sede consolare. “Il segretario e il principe sono d’accordo nell’importanza di una indagine completa, trasparente e puntuale per fornire risposte. I due hanno anche discusso di questioni regionali e bilaterali”.

Questo è il primo di due incontri pianificati tra Pompeo e il il 33enne principe Mohammed, considerato l’uomo forte dell’Arabia Saudita. I due leader, che si sono mostrati sorridenti alla stampa, si sono detti d’accordo sull’importanza di un’inchiesta approfondita e trasparente su Khashoggi, secondo un portavoce americano. Ad aprire nuovi scenari sul fronte della verità dei fatti,  una fonte anonima saudita citata dal New York Times, secondo la quale, il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, aveva dato il via libera all’interrogatorio di Jamal Khashoggi nel consolato saudita a Istanbul, andato storto e finito con la morte del giornalista. L’accusa arriva dopo che, secondo fonti interpellate dalla Cnn, Riad starebbe per ammettere l’omicidio del giornalista scomparso il 2 ottobre, puntando pero’ il dito contro servizi deviati che avrebbero agito senza l’autorizzazione del governo.

Per il quotidiano newyorkese, pero’, ‘MbS’ aveva ordinato il rimpatrio forzato del giornalista in Arabia Saudita e l’ufficiale “amico del principe” che ha organizzato e condotto l’interrogatorio si sarebbe spinto troppo oltre, finendo per uccidere il giornalista per poi cercare di coprire il pasticcio. Finora Riad aveva sempre negato tutto, ma il moltiplicarsi di audio, video e rivelazioni di stampa sta mettendo alle strette il 33enne principe ereditario. Riformista ma anche spietato accentratore di potere in patria, il principe sembra giorno dopo giorno piu’ isolato anche all’esterno: il caso Khashoggi crea imbarazzo al suo alleato di ferro, Donald Trump mentre la finanza internazionale sta boicottando il suo progetto di ‘Davos nel deserto’, il summit dei giganti della finanza in programma a Riad dal 23 al 25 ottobre. Societa’ di lobby americane stanno rinunciando all’Arabia Saudita come cliente.

Intanto un team composto da una decina di investigatori turchi ha perquisito il consolato saudita per circa 9 ore, e ha lasciato la sede diplomatica nel cuore della notte, dopo aver prelevato diversi campioni e oggetti dal giardino, come terreno e una porta di metallo. Nell’operazione e’ stato impiegato anche un cane poliziotto. Secondo l’emittente al-Jazeera, gli investigatori sono riusciti a raccogliere prove dell’omicidio. Ma ai turchi evidentemente questo non e’ bastato, e hanno chiesto di poter effettuare una seconda perquisizione dell’edificio. Le autorita’ turche avevano ottenuto l’autorizzazione a perquisire la struttura solo 13 giorni dopo la scomparsa del reporter saudita. Nel frattempo e’ arrivato a Riad il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, inviato dal presidente Donald Trump, che lunedi’ ha cercato in qualche modo di difendere bin Salman, ipotizzando che Khashoggi possa essere stato ucciso da delinquenti. Pompeo sara’ ricevuto da re Salman e vedra’ anche bin Salman.

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