Politica

La morte di Peres, mondo arabo tra silenzio governi e ostilità media

La morte dell’ex presidente di Israele Shimon Peres è stata accolta dal mondo arabo tra il silenzio ufficiale dei governi e l’aperta ostilità di una opinione pubblica che vede nello scomparso premio Nobel piuttosto che un uomo di pace “un criminale di guerra”. Mentre da tutte le capitali del mondo arrivano condoglianze e omaggi, silenzio assoluto da quelli arabi. Nessun comunicato ufficiale è stato pubblicato in Egitto e Giordania, due paesi che hanno firmato un accordo di pace con Israele. Nonostante gli accordi di Camp David nel 1979 (Egitto-Israele) e quelle del 1994 (Giordania-Israele), le opinioni pubbliche nei due paesi rimangono in gran parte ostili a Israele. In Egitto, dove il 6 ottobre, (la guerra del Kippur nel 1973), è un giorno festivo, i decenni di guerra con Israele restano un ricordo doloroso. Per esempio, nel mese di marzo, il parlamento egiziano ha escluso un deputato, Tawfiq Okasha, che aveva ricevuto a casa sua l’ambasciatore israeliano per cena. In Giordania, dove più della metà della popolazione è di origine palestinese, l’antagonismo con Israele resta molto evidente. Tra le principali lamentele contro Peres quella di avere ordinato, quando era primo ministro, i bombardamenti su un campo delle Nazioni Unite nei pressi del villaggio libanese di Cana nel 1996 causando la morte du 106 civili. “Mille dannazioni alla sua anima. Anche se ho voluto per lui l’ inferno, ha avuto una morte che si adatta ai suoi crimini contro gli arabi ed i palestinesi “. Ha detto in un comunicato il ministro dell’Informazione libanese, Wael Abou Faour.

Una reazione che contrasta con quella di Mahmoud Abbas, il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, che ha elogiato Shimon Peres come un “partner coraggioso per la pace”. Abbas, inoltre, parteciperà ai funerali che si terranno oggi a Gerusalemme. L’unico Paese arabo ad omaggiare Peres è stato il Bahrein: “Riposa in pace presidente Shimon Peres, guerriero e uomo di pace che manca ancora in Medio Oriente”, ha twittato lo sceicco Khaled bin Ahmed al-Khalifa, ministro degli Esteri del piccolo Paese del Golfo. Dall’Iran (Paesi musulmano ma non arabo) al Marocco, i titoli della stampa testimoniano l’immagine negativa data a Shimon Peres. “Peres, l’ingegnere del massacro di §Cana è morto”, titola Al Ahram, giornale di Stato egiziano. Peres “Ha commesso crimini di guerra contro i palestinesi e il Libano”, recita invece il titolo del giornale, sempre egiziano, Al-Masry Al-Youm. In Giordania, il quotidiano Al-Rai ha protestato contro i “discorsi ipocriti dei colonizzatori occidentali” che presentano Peres come un uomo di pace, dimenticando “i suoi crimini”. “Il padrino degli insediamenti è un assassino”, è invece il titolo su Peres di al Akhbar giornale libanese vicino alle milizie sciite degli Hezbollah.  Sui social network in lingua araba, i commenti sulla morte dell’ex presidente di Israele, se possibile sono ancora più aspri di quella dei media. Molti internauti tunisini ricordano che Peres era già primo ministro nel bombardamento della sede tunisina dell’OLP da parte dell’aviazione israeliana a Hammam Chott vicini a Tunisi, che nel 1985 ha fatto 68 morti (50 palestinesi e 18 tunisini) e cento feriti. (Fonte Afp)

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