Cultura e Spettacolo

“Muhammad Ali”, al Piccolo Eliseo la vita, il mito, la leggenda

Una figura leggendaria che ha iscritto nella sua parabola lo sport, l’epos del combattimento, la malattia, la meditazione sulle sue origini. Muhammad Ali è il protagonista dello spettacolo di Pino Carbone e Francesco Di Leva in scena al piccolo Eliseo; attore e regista costruiscono lo spettacolo e ricostruiscono l’eroe della boxe. “Rappresenta una sfida, un po’ perché la sfida è stata la sua vita, alzare sempre l’asticella, e poi perché questo progetto per noi è stata una sfida” spiega Carbone. “Diciamo che l’uomo Muhammad Ali è stato un po’ un faro” aggiunge Di Leva. “E’ singolare trovare una produzione nel giro di due mesi. E’ singolare che un maestro come Mimmo Paladino ne faccia la scenografia, e un’artista come Ursula Pasak ne faccia i costumi; è singolare che per un monologo ci siano cinque persone in scena che lavorano”.

Uno spettacolo che avviene tutto sotto gli occhi del pubblico; regista e attore in scena, in comunicazione con i macchinisti, uno spettacolo in continua evoluzione che diventa un omaggio allo sportivo, all’uomo e al politico che abbandonò il nome Cassius Clay per diventare un esempio. “Lo spettacolo inizia con un canto arabo che fu quello del suo funerale; anche quello fu uno show, uno show alla Muhammad Ali” spiega Carbone. “Il suo fare politica, in particolare per i diritti razziali molto presenti in questo lavoro, era un affare privato, e il suo affare privato lo portava a stare sul ring. Aveva cancellato le linee di confine fra i vari aspetti della sua vita. Io quello che ho chiesto a Francesco, che per un attore è una cosa terribile, è stato di essere Francesco Di Leva. E più somigliava a Francesco di Leva, più somigliava a Muhammad Ali”. “Io credo che lui ci abbia consegnato nelle mani una Bibbia, fatta non di libri ma di video, di documenti, e noi ne stiamo ricavando un piccolo libro che possa restare lì fermo e gridare le sue parole” spiega Di Leva. “Siamo in una società che purtroppo ha ancora bisogno di messaggi di Muhammad Ali” conclude Carbone.

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