Romelu Lukaku
Il Napoli perde ancora Romelu Lukaku. L’attaccante belga non sarà disponibile né contro la Lazio né nella successiva sfida con l’Inter. Il rientro slitta di almeno due o tre settimane, a oltre quattro mesi dall’infortunio rimediato il 14 agosto in ritiro. Una lesione di alto grado al retto femorale sinistro che continua a imporre prudenza assoluta e a condizionare presente e futuro azzurro.
Il verdetto dello staff medico è netto: forzare sarebbe un rischio inutile. La convocazione per Riyad, circolata nei giorni scorsi, si è rivelata una speranza prematura. Il recupero procede, ma senza accelerazioni. I tempi iniziali sono stati superati da tempo e il conto complessivo si avvicina ormai ai cinque mesi, con Lukaku costretto a saltare quasi per intero il girone d’andata e l’impegno europeo.
L’assenza del centravanti pesa non solo sul campo, ma anche nelle stanze dei bottoni. Con il mercato di gennaio alle porte, il Napoli è costretto a muoversi nell’incertezza. Senza una data certa per il rientro di Big Rom, ogni valutazione resta sospesa. L’ipotesi di intervenire in attacco non è stata accantonata: serve dare supporto a Hojlund e chiarire il destino di Lucca, ma ogni mossa è legata alle condizioni fisiche del belga.
Conte osserva e attende. La squadra ha dovuto adattarsi, cercando soluzioni alternative e ridisegnando il reparto offensivo. Ma l’assenza di un riferimento come Lukaku si riflette nella manovra, nella profondità e nella capacità di reggere certe partite di peso. Il Napoli regge, ma senza margini di errore.
Diverso il clima a centrocampo, dove filtra un cauto ottimismo. Frank Anguissa accelera verso il rientro e potrebbe tornare a disposizione entro la fine del mese, ampliando le rotazioni e offrendo nuove opzioni tattiche. Un segnale incoraggiante in un contesto segnato dalle assenze.
Resta però centrale il caso Lukaku. Solo quando l’attaccante potrà tornare realmente a disposizione si chiariranno le strategie per la seconda parte della stagione. Fino ad allora, il Napoli resta in equilibrio precario, sospeso tra prudenza medica, necessità tecniche e scelte di mercato che non possono più attendere.