Nascosto in una intercapedine il quadro rubato di Klimt

12 dicembre 2019

Conservato e protetto in un luogo segreto il presunto ‘Ritratto di Signora’ di Gustav Klimt, rubato quasi 23 anni fa dalla galleria Ricci Oddi di Piacenza e ritrovato ieri in un’intercapedine lungo una parete esterna dello stesso museo durante lavori di giardinaggio, sara’ sottoposto ad una serie di accertamenti tecnici per accertarne la ‘storia’ e, soprattutto, l’autenticita’. Le indagini a tutto campo saranno condotte in sinergia da polizia e carabinieri. Dal pm titolare “abbiamo ricevuto delega, con i colleghi del nucleo investigativo del comando provinciale di Piacenza e insieme alla squadra mobile della questura per svolgere una serie di accertamenti”, ha confermato all’Agi, dopo un incontro in Procura, Giuseppe De Gori comandante del nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale di Bologna che avvalendosi di periti tecnici si occupera’ degli esami sulla veridicita’ del quadro. “I tempi – ha detto il comandante – non dovrebbero essere lunghi, cerchiamo di fare il prima possibile”.

La polizia si concentrera’ sul percorso dell’opera per capire se il quadro sia sempre rimasto nella botola dei giardini della Ricci Oddi o sia stato ‘nascosto’ nell’intercapedine successivamente. In questo contesto verranno fatti rilievi anche sul sacco nero che avvolgeva il dipinto e sullo ‘stato di salute’ del quadro stesso. Non meno importante sara’ il ‘lavoro’ dei carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale. “Dovremo accertare se il ‘Ritratto di Signora’ nasconde l’altro dipinto creato da Klimt precedentemente. Le analisi non invasive – ha spiegato De Gori – andranno ad evidenziare a livello tecnico-scientifico se sotto al dipinto ora visibile c’e’ l’altra immagine o meno”. Poi sara’ fatto un confronto tra il quadro ritrovato e tutta una serie di dati e di rilievi anche fotografici “acquisiti all’epoca subito dopo il furto”. Intanto i primi ‘segnali’ (determinati non da rilievi tecnici ma da un primo esame ‘visivo’) sembrano essere positivi. Il quadro, come rivelato dall’assessore comunale alla cultura, Jonathan Papamarenghi, presenta sul retro alcune timbrature del Comune, la ceralacca con la lupa piacentina e anche alcuni fili di rame utilizzati, all’epoca del furto, come ‘allerte’ per innescare l’allarme. Elementi che “ci portano a suffragare l’ipotesi dell’autenticita’ – ha spiegato De Gori con tutte le cautele del caso – pero’ la prova del nove la avremo solo all’esito degli accertamenti. Se sotto questa immagine c’e’ n’e’ una seconda e il dipinto mostra quei segni inconfondibili che lo indentificano in maniera inequivocabile, abbiamo raggiunto l’obiettivo”. Il pm titolare dell’inchiesta, Ornella Chicca, con ogni probabilita’ aprira’ nei prossimi giorni un nuovo fascicolo per ricettazione a carico di ignoti.

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