Nella rete segreta tra pedofili e omicidi a pagamento

16 marzo 2014

Droga, armi, libri, passaporti e documenti falsi, ma anche opere d’arte (false?), sesso, pedofilia, killer a pagamento e una infinità di oggetti e servizi, comprese chat e siti di informazione. È il “mondo sommerso” della rete, il deep web (o dark web se si preferisce), un luogo “profondo”, per la maggior parte inesplorato, e che riserva delle vere sorprese. La navigazione all’interno della cosiddetta “rete libera”, quella cioè che non è intercettata dagli abituali motori di ricerca, è una vera esperienza. Per imparare a muoversi del web oscuro, però, bisogna lasciare da parte ogni remora e rivedere anche alcune delle nozioni sulla navigazione così come siamo abituati ad affrontarla nel quotidiano. Prima di partire, poi, è necessario non dimenticare di allacciare le cinture di sicurezza.

La parola d’ordine, tanto per cominciare, è anonimato. Il dark web, infatti, permette di navigare nascondendo il proprio indirizzo IP, e quindi la propria identità in Rete, grazie ad una connessione che “rimbalza” fra vari computer in giro per il mondo. Per poter accedere al mondo sommerso, però, è necessario scaricare e installare un browser, Tor. Poi, con pazienza e dopo infinite ricerche e navigazioni, che per i poco avvezzi alla rete non portano a nulla, lentamente si scoprono i misteri del deep web. Fin qui nulla di illegale, se si pensa che questo sistema garantisce la libertà di espressione o comunicazione in tutti quei Paesi in cui i governi lo vietano. Nel 2000 Bright Planet, un’organizzazione degli Stati Uniti d’America, ha condotto una ricerca proprio sulle dimensioni della rete scoprendo che il web è costituito da oltre 550 miliardi di documenti, ma Google ne indicizza solo 2 miliardi, meno dell’uno per cento. Quello che rimane è tutto reperibile nella rete sommersa.

L’anonimato, però, garantisce la copertura anche a tutte quelle attività che sono dichiaratamente illegali. Se si cerca una pistola, un killer (si può leggere conversazioni in cui si offrono duemila euro per far uccidere qualcuno), oppure un documento falso o magari della droga allora siete nel posto giusto. Un esempio è il Silk road market, definito anche l’Amazon delle droghe, il mercato segreto e illegale in cui gli utenti comprano e vendono qualsiasi cosa: droga, armi, sesso, oggetti griffati contraffatti, lotterie, giochi, medicinali e tutto quello che è scambiabile utilizzando i bitcoin, la moneta virtuale. Un giro d’affari, si stima, che solo con la droga arriva a realizzare 22 milioni di dollari. Nel 2013 l’Fbi chiuse il sito, arrestando anche il presunto responsabile. A distanza di poco, però, Silk road ricompare in rete, questa volta riaperto da quello che si firma Dread Pirates Roberts. “Cara comunità – si legge nel comunicato che annuncia il ritorno del sito – È con grande gioia che vi annuncio il prossimo capitolo del nostro viaggio. Silk Road è risorta dalle ceneri, ed è ora pronto e in attesa per tutti voi di tornare a casa. Bentornati alla libertà”.

La parte oscura del web, inoltre, ha come ulteriore controindicazione la presenza massiccia di pedofili, che grazie all’anonimato riescono a scambiare file e documenti con protagonisti i minori. Nonostante la difficoltà di intercettazione che questo tipo di navigazione offre, la polizia postale lo scorso febbraio è riuscita ad arrestare dieci persone con l’accusa di divulgazione di materiale pedo-pornografico e abuso. Nel deep web, però, transitano ed esistono dati sensibili relativi al lavoro di governi, servizi di intelligence o aziende. Qui si incontrano e parlano senza censure dagli attivisti politici ai pirati informatici. Negli angoli più bui della rete, poi, ci si può imbattere anche in biblioteche virtuali dove gli scritti non sempre sono i testi reperibili nelle normali librerie, ma manuali di controinformazione, prontuari sulle droghe o testi di cospirazioni e inneggianti all’anarchia. Un mondo complesso da esplorare a cui bisogna avvicinarsi con cautela. Qui esistono anche chat e sistemi di messaggistica anonimi, che espongono gli utenti meno avveduti a frodi e abusi. (Il Tempo)

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti