Niente ritorno a casa: i bambini abruzzesi restano in comunità, si attende la perizia psichiatrica
I genitori dei tre bambini di Palmoli
Non torneranno, per ora, nella baracca nel bosco. I tre bambini di Palmoli, in provincia di Chieti, rimarranno nella casa famiglia di Vasto. Lo ha stabilito il Tribunale per i Minorenni dell’Aquila, confermando di fatto la linea della Corte d’Appello civile. Ma il punto cruciale è un altro. I giudici hanno disposto una nuova, approfondita indagine psico-diagnostica sull’intera famiglia. Un esame che avrà il compito di sciogliere ogni dubbio sulle capacità genitoriali. Un verdetto nella scienza, dopo mesi di polemiche e dibattito pubblico acceso.
Il provvedimento, un’ordinanza, arriva dopo la decisione della Corte d’Appello che aveva parzialmente riaperto alla possibilità di un riavvicinamento. Il Tribunale per i Minori, però, non si ritiene soddisfatto. Le “aperture” dei giudici civili non sono sufficienti. Servono elementi più solidi, scientifici. Per questo è stata nominata una consulente tecnica d’ufficio, una psichiatra, che avrà a disposizione 120 giorni per consegnare la sua perizia. Una scadenza precisa, che sposta di quattro mesi ogni possibile svolta.
La mappa dei punti cruciali dell’indagine psichiatrica
Il compito della perita è chiaro e articolato in tre direttrici principali. La prima è l’analisi della personalità di ciascun genitore. Si dovranno valutare gli stili relazionali, i comportamenti, le effettive capacità e competenze nel ruolo di padre e madre. Soprattutto, la capacità di riconoscere i bisogni psicologici dei figli, in particolare quelli affettivi ed educativi. La seconda direttrice riguarda la ricerca di eventuali caratteristiche psichiche che possano influire, in negativo, sull’esercizio della responsabilità genitoriale. La terza, infine, si concentra sui minori. La psichiatra dovrà accertare le loro condizioni di vita attuali nella comunità, l’andamento del loro sviluppo cognitivo e psico-affettivo, e quali figure di riferimento riconoscano.
Un esame a tutto campo, quindi, che dovrà fare luce su dinamiche familiari complesse, emerse dopo il ritrovamento della famiglia in una baracca di legno in un bosco di Palmoli, lo scorso autunno. Un caso che ha diviso l’opinione pubblica tra chi vedeva una scelta di vita libertaria e chi un grave pericolo per l’incolumità e la crescita dei bambini. La perizia cercherà di dare risposte tecniche a domande che sono diventate, inevitabilmente, anche etiche e sociali.
La politica irrompe: l’attacco frontale di Salvini alla magistratura
La decisione del Tribunale non è passata inosservata in politica. Immediato e durissimo il commento del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, anche vicepremier. Sui suoi profili social ha usato toni di fuoco: “Vergogna senza fine”. E ancora: “Si dovrebbe verificare lo stato psichico di qualcun altro, non di due genitori che hanno cresciuto, curato, educato e amato i loro figli per anni, prima che la ‘giustizia’ rovinasse la vita di una famiglia tranquilla e perbene”. Un attacco frontale alla magistratura minorile, che riaccende il dibattito sul confine tra autorità giudiziaria e scelte familiari.
Salvini, da tempo schierato a favore del rientro dei bambini in famiglia, cavalca un sentimento di parte dell’opinione pubblica. La sua reazione sottolinea la polarizzazione del caso. Da un lato, l’autorità giudiziaria che procede per accertamenti, seguendo la prassi cautelare quando sono in gioco minori in situazioni di potenziale disagio. Dall’altro, la visione che interpreta l’intervento dello Stato come un’invasione indebita in una scelta di vita alternativa. La perizia psichiatrica si carica così di un peso ulteriore: dovrà essere inattaccabile, tecnicamente solida, per resistere al fuoco incrociato delle polemiche.
Il lungo cammino giudiziario e l’attesa per il verdetto finale
Ora, per la famiglia e per i tre bambini, comincia un nuovo periodo di attesa. I 120 giorni concessi alla psichiatra decorrono dall’accettazione dell’incarico. In questo quadrimestre, la vita in comunità procederà con i suoi ritmi, mentre i servizi sociali continueranno il loro monitoraggio. Il rapporto della consulente tecnica sarà poi valutato dal Tribunale per i Minorenni, che sulla base di quelle conclusioni scientifiche prenderà la decisione definitiva sul destino dei minori: il ritorno in famiglia, magari con un progetto di sostegno, o la conferma dell’allontanamento.
Il percorso è ancora lungo. La sentenza della Corte d’Appello aveva fissato un nuovo ricorso al Tribunale dei Minori per il 30 giugno, ma con questa ordinanza e l’avvio della perizia, i tempi si dilateranno almeno fino all’autunno. Una storia iniziata con un controllo dei carabinieri in un bosco dell’entroterra abruzzese si è trasformata in un intricato caso giudiziario e sociologico. Tutto è ora sospeso, in attesa della parola degli esperti. Una parola che dovrà essere chiara, per poter scrivere, finalmente, un epilogo.
