No a scarcerazione Marra, tribunale si riserva. L’ex braccio destro della Raggi ai domiciliari per corruzione

No a scarcerazione Marra, tribunale si riserva. L’ex braccio destro della Raggi ai domiciliari per corruzione
4 gennaio 2017

Il tribunale del riesame di Roma si e’ riservato di decidere sulla richiesta di liberta’ o, in subordine, sulla concessione degli arresti domiciliari avanzata dalla difesa di Raffaele Marra, l’ex capo del personale del Campidoglio, in carcere dal 16 dicembre scorso per corruzione in concorso con l’imprenditore Sergio Scarpellini. Quest’ultimo e’ ai domiciliari gia’ dal 23 dicembre perche’ il gip Maria Paola Tomaselli ha ritenuto affievolite le esigenze cautelari dopo il secondo interrogatorio reso in carcere dal costruttore.

L’episodio corruttivo, ricostruito dalla Procura, risale al giugno del 2013 quando Marra acquista un appartamento in via dei Prati Fiscali, poi intestato alla moglie, grazie a un sostanzioso contributo pari a 367mila euro provenienti dai conti correnti personali di Scarpellini. In questo modo, Marra avrebbe messo la sua funzione di dirigente del Comune a disposizione dell’imprenditore, circostanza confermata in una conversazione telefonica del 30 giugno scorso tra l’ex braccio destro del sindaco Raggi e la segretaria di Scarpellini. La difesa di Marra, invece, ha sottolineato in udienza che quello del costruttore era un prestito che sarebbe stato prima o poi restituito dal funzionario del Comune e che, comunque, nel giugno del 2013, quando avvenne l’erogazione, Marra aveva lasciato da poco l’incarico di ‘Direttore della Direzione Regionale Organizzazione Personale, Demanio e Patrimonio della Regione Lazio’ per assumere quello di ‘Direttore del dipartimento prtecipazioni e controllo Gruppo Roma Capitale/sviluppo economico locale di Roma Capitale’. A novembre di quell’anno, poi, Marra venne nominato ‘Direttore dell’ufficio di scopo del Comune di Roma denominato definizione del modello e degli strumenti di cooperazione con le associazioni di consumatori’. Tutto questo per dire che, all’epoca del prestito, Marra non avrebbe in alcun modo potuto influire sul destino di alcune pratiche edilizie che interessavano tanto a Scarpellini.

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