Nord Stream 2, Merkel vuole andare avanti. Forse svolta in vista

Nord Stream 2, Merkel vuole andare avanti. Forse svolta in vista
Vladimir Putin e Angela Merkel
6 febbraio 2021

Per la Germania è un progetto puramente commerciale, per gli Stati Uniti ha invece natura geopolitica. Per la Francia semplicemente non può andare avanti in questo momento di forti tensioni con la Russia. Il Nord Stream 2, gasdotto che deve raddoppiare le forniture dirette dalla Russia alla Germania, quasi completato, pesa sulle relazioni intra-europee ed euroatlantiche, ma ci potrebbe essere una svolta in vista. Il caso Navalny ha riportato sotto i riflettori la costruzione dell’ultimo tratto del tracciato in grado di ridimensionare in modo sostanziale il transito di gas russo attraverso i Paesi est-europei, che ovviamente si oppongono strenuamente. La Germania si è ritrovata a destreggiarsi tra tensioni e pressioni interne e internazionali, ma la cancelliera Angela Merkel pare determinata ad andare avanti.

Ora, secondo indiscrezioni che circolano sulla stampa tedesca, Berlino sta valutando la creazione di un meccanismo per la chiusura del Nord Stream 2 da attivare in caso la Russia tenti di diminuire il flusso del gas in transito sul territorio dell’Ucraina. Il ministro degli Esteri Heiko Maas in particolare sarebbe convinto che questo meccanismo metterebbe al riparo da tentativi russi di usare il gasdotto per fare pressioni politiche su Kiev. A questo meccanismo avrebbe alluso ieri Angela Merkel, a conclusione del Consiglio di difesa franco-tedesco in videoconferenza con il presidente Emmanuel Macron, quando ha detto che per Nord Stream può essere trovata “una soluzione”.

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“Riguardo al Nord Stream 2, abbiamo più volte detto che da un lato si tratta di un progetto economico, dall’altro ha implicazioni politiche e questo gioca un ruolo importante nelle relazioni transatlantiche”, ha affermato Merkel. Ribadendo che “le sanzioni extraterritoriali non il modo migliore” per risolvere le divergenze, ovvero che gli Usa dovrebbero cambiare approccio riguardo al progetto importante in questa fase per la Germania, con un’industria sempre dipendente dal gas (mentre la Francia ha l’energia atomica, ha fatto notare la cancelliera). In generale, ha aggiunto Merkel, malgrado le “profonde differenze” è “strategicamente necessario restare in dialogo con la Russia su svariate questioni geostrategiche”. Parole pronunciate peraltro mentre il suo ministero degli Esteri convocava l’ambasciatore russo per spiegazioni sull’espulsione di tre diplomatici Ue, compreso un tedesco.

Sommato al gasdotto TurkStream, il Nord Stream 2 completerebbe quasi ‘l’indipendenza russa’ del trasporto di metano verso l’Europa, slegando le mani a Vladimir Putin rispetto ai riottosi Paesi dell’Est, da Ucraina alle Repubbliche baltiche, alla Polonia. Il Turkstream, che corre sotto il mar Nero per 930 chilometri e collega il punto russo di compressione nei pressi di Anapa con la costa turca, ha capacità di carico di 15,75 miliardi di metri cubi di gas naturale distribuita su due linee: una verso Istanbul e il resto della Turchia, l’altra verso l’Europa meridionale, Ungheria, Serbia e Bulgaria. Il Nord Stream 2, invece, come il gemello Nord Stream, passa sotto il Mar Baltico dalla costa russa presso San Pietroburgo fino a Lubmin sulla costa tedesca. Al picco di capacità porterà fino a 55 miliardi di metri cubi all’anno di gas siberiano verso la Germania, con evidenti vantaggi per Berlino, anche in termini di prezzi del gas. I lavori di costruzione sono stati interrotti a dicembre 2019, quando l’appaltatore svizzero Allseas è stato costretto a ritirarsi proprio a causa delle sazioni americane. Resta il 6% della parte offshore da completare e i lavori sono poi ripresi a metà gennaio in acque danesi. Aspettando che la grande politica decida.

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