Scienza e Tecnologia

Con nuove tecnologie anche i diabetici potranno pilotare aerei

Oltre 425 milioni di persone in tutto il mondo convivono con il diabete, patologia che impatta sulla vita quotidiana a diversi livelli, dalle attività sportive alle scelte professionali. Grazie alle ultime innovazioni mediche e tecnologiche la gestione di questa malattia negli ultimi anni ha fatto però molti passi avanti. Tanto che presto cadranno probabilmente anche in Italia le ultime barriere, come ad esempio, il divieto, per chi si cura con insulina o farmaci che possano causare ipoglicemie, di ottenere la licenza di volo o di intraprendere una delle altre professioni dell’aeronautica. Tra i protagonisti della svolta, l’Associazione italiana di medicina aerospaziale Aimas, con la sua tecnologia di monitoraggio del glucosio sta contribuendo a cambiare la gestione del diabete.

Felice Strollo, vicepresidente di Aimas: “L’aspetto più importante è che, dato che i diabetici di tipo uno, quelli cioè con insulina carente, sono inibiti al volo fin dall’origine in Europa, si possa nel futuro cominciare a pensare di autorizzare, almeno quelli trattati con insulina perché nel tempo hanno esaurito la riserva, quindi non carenti in origine, di volare con un sensore perché consente di riconoscere, molto prima che avvenga, una crisi ipoglicemica e addirittura di capire che tra dieci minuti o un quarto d’ora entri nella fascia di glicemia a pericolo di riduzione immediata”.

Merito di questi bottoncini che si applicano sul braccio, in grado di misurare in tempo reale la concentrazione di glucosio non nel sangue, ma nel tessuto sottocutaneo. Un’innovazione che richiede però anche un adeguamento delle regole internazionali, come evidenzia Antonello Furia, responsabile dell’aeromedical section dell’Enac: “Quando parliamo di norme europee sono applicabili ai piloti, agli assistenti di volo, ai controllori di traffico aereo e ai piloti di droni. Per questi ultimi, con una decisione nazionale, è di questi giorni la pubblicazione del regolamento europeo, abbiamo esteso il criterio di certificazioni degli aeromobili leggeri, dove il pilota diabetico di tipo due, con una procedura che a mio avviso andrà anche semplificata, con le nuove tecnologie può già volare”.

Un’evoluzione spinta anche dalla ricerca scientifica in ambito aerospaziale, come conferma il presidente di Aimas Enrico Tomao: “Le sperimentazioni che vengono fatte a bordo della Stazione spaziale internazionale, soprattutto quelle mediche, ci permettono di studiare determinati comportamenti del nostro corpo all’interno soprattutto della cellula, che portano al miglioramento e alla scoperta di soluzioni più efficaci per la popolazione generale”. Quanto ai piloti d’aereo in futuro non rimarranno certo disoccupati. Boeing prevede infatti che nel 2035, a livello mondiale, ne mancheranno 780.000. Quindi ben vengano anche i diabetici purché sotto controllo.

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