Insediamento Mattarella: discorso su unitàe futuro Paese dopo Covid-19

Insediamento Mattarella: discorso su unitàe futuro Paese dopo Covid-19
3 febbraio 2022

Unità politica, sociale ed economica con un evidente dovere della partecipazione da parte di tutti gli attori in campo. E poi il futuro del Paese, da un lato legato all’uscita dalla pandemia di Covid e dall’altro alla significativa presenza dell’Italia in ambito innanzitutto europeo e poi sempre maggiormente determinante in un quadro internazionale più ampio, considerando anche la crisi Ucraina alle porte. Saranno questi alcuni dei temi che verranno affrontati oggi da Sergio Mattarella, rieletto presidente della Repubblica, con il suo messaggio pronunciato a Montecitorio davanti le Camere riunite alle 15.30, dopo il giuramento come tredicesimo capo dello Stato. Per la seconda volta di seguito, nel passaggio di consegne da un presidente della Repubblica all’altro, il capo dello Stato uscente succede a se stesso. Per la seconda volta – dopo la rielezione nel 2013 di Giorgio Napolitano – ascolteremo da Sergio Mattarella, passato dall’essere dodicesimo a tredicesimo presidente, il discorso di insediamento.

Mattarella sarà oggi nell’aula di Montecitorio, davanti ai 1.009 ‘grandi elettori’ (senatori, deputati e delegati regionali) che hanno partecipato alla sua votazione e reciterà il consueto giuramento di fedeltà alla Repubblica e di rispetto della Costituzione. Al termine del quale pronuncerà il discorso rivolgendosi alla Nazione spiegando, il termine è improprio, il suo “programma”. Un intervento che Mattarella sta in queste ore mettendo a punto insieme ai suoi consiglieri. Dopo le riunioni svolte oggi ancora una si svolgerà probabilmente domattina, per limare le ultime cose. L’approccio al Colle per questo appuntamento non si discosta da quanto fatto ogni anno a ridosso del 31 dicembre per definire il saluto di fine anno. Anche la lunghezza del discorso dovrebbe, al momento, ricalcare la linea seguita solitamente alla fine dell’anno: non più di 18-20 minuti.

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Le parole che Napolitano pronunciò all’atto dell’avvio del suo secondo mandato non furono tenere nei confronti del mondo politico, che venne accusato di guasti, irresponsabilità, omissioni. La mia rielezione, fu il senso delle parole di Napolitano, è generata dalla crisi e dall’impotenza del sistema politico. Un sistema bloccato al punto che lo stesso capo dello Stato si trovò (forse) a travalicare le sue competenze, spingendo i partiti (anche attraverso una apposita commissione, i dieci “saggi”) sulla strada delle riforme istituzionali, con risultati non particolarmente brillanti. Non sarà questa sicuramente la cifra delle parole di Mattarella. Un atto d’accusa ai partiti – dopo il bailamme della scorsa settimana – non è previsto anche perché, a differenza di Napolitano al quale furono i leader politici a chiedere di restare, la rielezione di Mattarella trae origine da una sollecitazione che va oltre gli accordi ad un certo punto realizzati dagli schieramenti politici. Il suo nome nelle votazioni in Parlamento è emerso sempre più insistentemente, andando oltre gli accordi partitici di giornata su questo o quel nome.

Al punto che il capo dello Stato ha ricevuto al Colle i capigruppo parlamentari di quasi tutti partiti. I rappresentanti dei cittadini. Ed ecco allora che Mattarella si rivolgerà direttamente al Paese – le coalizioni sono a pezzi e ognuna di essa si sta sforzando di capire quale sarà il futuro che l’aspetta – cercando di interpretare e rilanciare le istanze dei cittadini, reduci con la pandemia Covid da uno dei più drammatici periodi della nostra storia. In parallelo, proprio per questo atteggiamento, non potrà mancare un passaggio dedicato al Parlamento e al suo ruolo e al significato che esso rappresenta per tutti gli italiani. Un richiamo alla responsabilità e ad un atteggiamento più vicino alle esigenze del Paese, di unità di fronte alle difficoltà che dobbiamo affrontare. E alla necessità che abbiamo di uscire dalla pandemia. Insomma un dovere della partecipazione da parte di tutti gli attori in campo, verrà sottolineato. Soprattutto in prospettiva e ribadendo probabilmente ancora una volta la necessaria correttezza nei rapporti fra le istituzioni. Un richiamo che avrà sicuramente altro valore della “strigliata” di Napolitano, richiamato al Quirinale con il mondo politico consapevole che per tanti motivi, a cominciare dall’età avanzata, non avrebbe portato a termine il suo secondo mandato.

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Situazione diversa con Mattarella, per il quale non è stata mai messa in dubbio la permanenza per il nuovo intero settennato. Ecco quindi la possibilità del capo dello Stato rieletto naturalmente a mandato pieno di sollecitare, ricordare (sempre nel rispetto delle prerogative assegnate dalla Costituzione) ciò che il Paese si aspetta, oggi come domani, dalla politica, dal Parlamento. L’europeista Mattarella nel discorso affronterà anche temi di politica estera, pur ovviamente non avendo alcuna intenzione di indicare strade al governo. Sicuramente verrà ribadito il ruolo dell’Italia, in ambito Ue e con una visione internazionale soprattutto di fronte a tutto ciò che in questo ultimo periodo sta accadendo intorno all’Ucraina. Potrebbe anche essere insomma un discorso che non si discosti molto da alcuni concetti espressi, a partire da quello sull’arbitro, nel suo intervento in occasione dell’elezione del 2015: “Nel linguaggio corrente si è soliti tradurre il compito del capo dello Stato nel ruolo di arbitro, del garante della Costituzione. E’ una immagine efficace. All’arbitro compete la puntuale applicazione delle regole. L’arbitro deve essere e sarà imparziale. I giocatori lo aiutino nella loro correttezza”.

Il presidente della Repubblica giura tra campane e cannoni

Giornata primaverile e clima di attesa a Montecitorio per il giuramento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che oggi alle 15,30 segnerà l’avvio ufficiale del secondo settennato. Una volta terminato il giuramento, la campana di Montecitorio suonerà nuovamente a distesa e verranno sparate 21 salve dal cannone del Gianicolo. Il capo dello Stato parlerà davanti al Parlamento riunito in seduta comune con tutti e 1009 i grandi elettori nell’aula della Camera. Il discorso di insediamento, a quanto si è appreso, non dovrebbe durare più di venti-trenta minuti. Il suo primo discorso, nel 2015, fu accolto da 42 applausi dell’emiciclo, di cui 9 in piedi. Mattarella si recherà a Palazzo Montecitorio scortato dai Carabinieri in motocicletta: la partenza dal Quirinale sarà segnalata dalla campana di Montecitorio che suonerà durante tutto il tragitto fino all’arrivo al Palazzo dove sarà accolto dal presidente della Camera, Roberto Fico, e dalla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati.

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Nell’atrio lo saluterà un reparto di Carabinieri schierato, in grande uniforme. Subito dopo il discorso il capo dello Stato si recherà, intorno alle 16.20, all’Altare della Patria per la deposizione di una corona di alloro sulla tomba del Milite ignoto. Le frecce tricolori sorvoleranno piazza Venezia. Poi Sergio Mattarella salirà a bordo della storica Lancia Flaminia del 1960 direzione Quirinale: accanto a lui, come prevede il protocollo, il premier Mario Draghi. L’auto farà ingresso nel cortile d’onore del Quirinale dove il presidente verrà accolto dall’inno nazionale, gli onori militari e lo stendardo presidenziale che sarà issato sul Torrino, insieme alla bandiera italiana e a quella europea. Infine, nel salone dei Corazzieri, Mattarella terrà un discorso davanti alle alte cariche dello Stato, un parterre molto ristretto in tempi di pandemia.

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