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Ok del Senato, San Francesco torna festa nazionale: l’Italia sceglie la fraternità

L’aula del Senato

Dal 4 ottobre 2026, il 4 ottobre tornerà a essere festa nazionale in Italia: dopo quasi mezzo secolo, San Francesco d’Assisi rientra ufficialmente nel calendario civile del Paese, grazie all’approvazione unanime del Senato di una legge fortemente voluta dal Governo e sostenuta da un ampio fronte bipartisan, in un momento storico segnato da tensioni globali e divisioni interne.

La commissione Affari costituzionali del Senato, riunitasi in sede deliberante, ha dato il via libera definitivo al testo già approvato dalla Camera dei Deputati. La norma, che entrerà in vigore a partire dal 2026, ripristina la celebrazione del 4 ottobre — giorno della morte del “Poverello d’Assisi” e festa del Patrono d’Italia — come giornata festiva nazionale, cancellata nel 1977 durante gli “anni di piombo”.

Meloni: gioia per ok Senato

L’iniziativa nasce da un appello lanciato un anno fa da Davide Rondoni, poeta e presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni dell’ottavo centenario della morte di San Francesco. L’appello ha trovato immediata sponda politica, con il Governo guidato da Giorgia Meloni che ha sostenuto con convinzione l’iter legislativo. “Accolgo con gioia e soddisfazione la notizia”, ha dichiarato la premier, sottolineando come il sostegno trasversale alla proposta rappresenti “un segnale importante dell’unità che si ritrova in politica attorno a una delle figure più rappresentative e distintive dell’identità nazionale”.

San Francesco, secondo Meloni, è “un Santo amato da tutto il popolo italiano e in cui tutto il popolo italiano si riconosce”. La sua reintroduzione nel calendario civile non è solo un atto simbolico, ma un invito collettivo a “ricordarci, ogni anno, chi siamo e cosa ci unisce nel profondo”.

Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), ha accolto la decisione con un messaggio carico di significato spirituale e sociale. “San Francesco, che ebbe tra i suoi principali obiettivi un annuncio di pace, ricorda che è possibile un mondo fraterno, disarmato, dove ciascuno ha il suo spazio, a partire dai più poveri e fragili”, ha scritto in una nota ufficiale.

Per il porporato, la vita del santo di Assisi offre un modello concreto per affrontare le sfide odierne: “La sua testimonianza evangelica prende forma perché si sentiva fratello del sole, del mare e del vento, sapeva di essere ancora più unito a quelli che erano della sua stessa carne”. In un’epoca segnata da “divisioni, tensioni internazionali crescenti e una drammatica escalation di violenza globale”, celebrare Francesco significa “credere che si può dialogare con tutti e che la pace inizia quando si considera l’altro un fratello”.

L’iter legislativo si è concluso con un voto unanime in commissione, guidata dal senatore Alberto Balboni di Fratelli d’Italia. “Annuncio con gioia ed orgoglio che oggi abbiamo approvato all’unanimità un provvedimento molto sentito”, ha dichiarato Balboni, ricordando che la festa fu abolita nel 1977, in un periodo di grande instabilità sociale e politica. “Nessuno meglio del Patrono d’Italia risponde a questa necessità di stare uniti in una fase burrascosa del mondo”, ha aggiunto.

Balboni ha sottolineato come la figura di Francesco incarni valori universali — pace, cura del creato, attenzione agli ultimi — che risuonano con particolare urgenza oggi. “Il 4 ottobre di ogni anno l’Italia ricorderà di essere una terra di tradizioni che onora i suoi santi e la sua storia”, ha concluso.

Un simbolo per tempi difficili

L’Italia si prepara così a riscoprire, attraverso una festa civile, una delle sue radici spirituali più profonde. Non si tratta di un semplice ritorno al passato, ma di un atto intenzionale: riaffermare, in un’epoca di frammentazione, un ideale di fraternità capace di trascendere le divisioni ideologiche, religiose e sociali.

San Francesco, con la sua scelta radicale di povertà, il suo amore per la natura e la sua dedizione ai più deboli, diventa non solo un patrono celeste, ma un faro morale per la comunità nazionale. La sua festa, da ora in poi, non sarà soltanto religiosa, ma anche civica: un momento collettivo per riflettere su ciò che unisce gli italiani oltre le differenze.

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Redazione