Cronaca

Omicidio Fragalà, nuovo pentito indica mandante: è un boss

Alla vigilia della requisitoria, il cui inizio era previsto per oggi, la procura di Palermo ha depositato i verbali di un nuovo collaboratore di giustizia, Francesco Paolo Lo Iacono, che punta il dito contro il presunto mandante dell’omicidio dell’avvocato Enzo Fragala’: si tratta di Gregorio Di Giovanni, boss del mandamento di Porta Nuova, finora indagato a piede libero. Lo Iacono, arrestato in estate nell’ambito di un’inchiesta sui traffici di droga della mafia, sostiene di aver sentito lo stesso Di Giovanni parlare di una lezione da dare a un avvocato, nel corso di una riunione tenuta in un appartamento in cui lo stesso Lo Iacono aveva portato dei caffe’: il nuovo collaborante lavorava infatti come commesso nel bar “Bobbuccio”, che sorge di fronte all’ingresso del mercato del Capo. Lo stesso Di Giovanni, in quel contesto, avrebbe nominato Fragala’, poi effettivamente aggredito a colpi di bastone (o spranga) la sera del 23 febbraio 2010, sotto il suo studio. Tre giorni dopo il penalista mori’ in ospedale. Piu’ che probabile, a questo punto, il rinvio della requisitoria dei pm Francesca Mazzocco e Bruno Brucoli.

La riunione in cui si decise il delitto Fragala’, secondo il collaborante Francesco Paolo Lo Iacono, si tenne “nei primi giorni di febbraio 2010” (dunque poco prima dell’aggressione mortale ai danni dell’avvocato penalista) in via San Gregorio, in casa del titolare di fatto del bar Bobuccio, Salvatore Battaglia. Lo Iacono sostiene di avere riconosciuto, tra i partecipanti all’incontro, il timbro della voce di Di Giovanni, da lui ben conosciuto perche’ cliente abituale dell’esercizio commerciale che sorge in via Volturno, di fronte a Porta Carbone. Sempre Di Giovanni, dopo aver parlato di “lezione all’avvocato”, avrebbe pronunciato il nome Fragala’. Nella sezione destinata ai collaboratori di giustizia del carcere di Velletri, Antonino Siragusa, imputato e “dichiarante” del processo Fragala’, avrebbe raccontato ad altri due pentiti delle responsabilita’ dei suoi coimputati, Paolo Cocco e Francesco Castronovo, ritenuti dai pm gli esecutori materiali della brutale aggressione costata la vita all’avvocato.

A raccontarlo e’ stato sempre il nuovo collaboratore di giustizia che ha detto di avere assistito alla discussione, avvenuta in due riprese, prima nella cella di Sebastiano Pagano, di Acireale (Catania) e poi di Giancarlo Giugno, originario di Niscemi (Caltanissetta). Nella stessa sezione e’ recluso anche Angelo Izzo, il boia del Circeo, che non avrebbe assistito alla discussione. Siragusa avrebbe confermato a Giugno, Pagano e Lo Iacono le proprie personali responsabilita’, ribadendo che a colpire Fragala’ furono Cocco e Castronovo, che lo stesso dichiarante aveva scagionato in aula, durante la deposizione. A Siragusa la Procura non ha mai prestato particolare credito, ritenendo che abbia volutamente depistato le indagini per escludere la colpevolezza proprio di Cocco e Castronovo.

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