Omicidio Loris, la vicina di cella: “Veronica accusa il suocero per vendetta”

Omicidio Loris, la vicina di cella: “Veronica accusa il suocero per vendetta”
Veronica Panarello condannata a trent'anni di reclusione in primo grado per l'omicidio del figlio Loris di otto anni
1 ottobre 2017

Veronica Panarello avrebbe accusato il suocero di aver ucciso il piccolo Loris per vendicarsi. Lo ha detto una vicina di cella della donna condannata a trent’anni di reclusione in primo grado per l’omicidio del figlio di otto anni. Una testimonianza che, per la difesa della mamma assassina, non ha alcun valore di prova. La “confessione” avvenuta in prigione è stata raccolta dai giornalisti di Quarto Grado. La detenuta avrebbe riferito che la madre di Loris Stival avrebbe accusato il nonno della piccola vittima, sostenendo che aveva avuto con lui un rapporto sessuale, “perché il marito l’aveva abbandonata in carcere e quindi lei si stava vendicando”. E ancora: dice di aver “messo le fascette di plastica ai polsi del bambino perché non voleva andare a scuola”.

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Più tardi, sarebbe stato Loris a stringersele intorno al collo da solo, mentre lei era al telefono con il marito. La vendetta sarebbe scattata, invece, perché l’aveva abbandonata in cella: “Gli avevo chiesto gli occhiali che sono a casa e non me li ha portati – avrebbe riferito alla sua amica detenuta – e io sto reagendo a modo mio: ho messo in mezzo suo padre, dicendo che ha ucciso lui il piccolo Loris”. Il 6 luglio è cominciato il processo di appello per l’omicidio, che è ancora in corso. E le presunte rivelazioni potrebbero rafforzare le tesi dell’accusa, già accolte in primo grado. Ma la difesa della donna ritiene che non abbiano “alcuna valenza probatoria”.

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