Rio de Janeiro si è trasformata in un teatro di guerra oggi, con scontri a fuoco tra polizia e criminali del Comando Vermelho. Sessantaquattro persone, tra cui quattro agenti, hanno perso la vita mentre 2.500 poliziotti tentavano di sedare una rivolta armata nelle favelas di Alemão e Penha. Autobus dati alle fiamme e barricate hanno bloccato la città, dando vita a ore di violenza senza precedenti.
L’operazione, ancora in corso, mira a catturare circa cento trafficanti del Comando Vermelho, la gang più potente di Rio, decisa a difendere a ogni costo i propri territori. Il blitz ha mobilitato mezzi blindati, veicoli da demolizione e persino droni utilizzati per lanciare ordigni esplosivi. Quattro poliziotti sono rimasti tra le vittime di un conflitto che ha paralizzato la viabilità dalla zona nord al centro storico e imposto la chiusura di 45 scuole e di tutti i centri sanitari locali.
Il sindaco Eduardo Paes ha annunciato l’innalzamento dello stato di allerta e ha dichiarato che Rio non sarà mai “ostaggio di criminali che vogliono seminare la paura”. Il governatore Claudio Castro ha definito l’azione “una guerra”, lamentando la mancanza di supporto dal ministero della Difesa. Con 75 fucili d’assalto e diverse pistole sequestrati finora, la potenza di fuoco dei criminali resta impressionante e la popolazione di 280.000 abitanti è stretta nella morsa del conflitto.
Le immagini delle colonne di fumo sui social media raccontano una giornata drammatica per Rio, immersa in una crisi di sicurezza senza precedenti. Con l’oscurità che avanza, il timore è di nuove azioni criminali e vittime. L’operazione potrebbe estendersi ancora, con un bilancio destinato a crescere in una delle giornate più sanguinose che la città abbia mai vissuto.