“Ordine di Trump”, ucciso il generale iraniano Soleimani. Iran promette vendetta “a tempo e luogo”

3 gennaio 2020

Un attacco aereo lanciato dalle forze statunitensi a Baghdad ha portato all’uccisione del generale iraniano Qasem Soleimani nella notte di giovedì, in quella che appare ormai una drammatica escalation delle tensioni tra i due paesi che potrebbe portare a un inasprimento delle violenze in tutta la regione mediorientale e non solo. Il segretario della Difesa Usa Mark Esper ha spiegato che il Pentagono ha preso “una azione decisiva di difesa” contro Soleimani, considerato il personaggio strettamente legato a un network di gruppo armati operanti tra l’Iran e il Medio Oriente e responsabile, secondo gli Usa, della morte di centinaia di americani. “Il generale Soleimani stava sviluppando attivamente piani per attaccare i diplomatici americani e membri dei servizi in Iraq e in tutta la regione – ha detto Esper in una nota – Questo blitz servirà da deterrente per futuri piani d’attacco”. L’Iran ha confermato la morte di quello che è considerato uno delle figure militati più importanti del Paese e annunciato vendetta contro gli Stati Uniti. Il corpo del generale iraniano, Qassem Soleimani, arrivera’ domani a Teheran. Secondo l’agenzia di Stato Irna, Soleimani avra’ un corteo funebre in Iraq, nelle citta’ sante per gli sciiti di Kerbala e Najaf, prima che il suo corpo venga riportato in Iran. L’ayatollah Ali Khamenei ha detto che la sua morte “è amara, ma la vittoria finale renderà la vita ancora più amara ad assassini e criminali”.

E’ stato Donad Trump a ordinare l’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani. La conferma viene da fonti del Pentagono. “Per ordine del presidente, l’esercito americano ha adottato misure difensive decisive per proteggere il personale americano all’estero uccidendo Qassem Soleimani”, ha dichiarato il Dipartimento della Difesa Usa, evidenziando che “il generale Soleimani stava attivamente sviluppando piani per attaccare diplomatici e membri del servizio americani in Iraq e in tutta la regione. Il generale Soleimani e la sua Forza Quds erano responsabili della morte di centinaia di membri dei servizi americani e della coalizione e del ferimento di altre migliaia”. Il generale Qassem Soleimani “ha ucciso o ferito gravemente migliaia di americani durante un lungo arco di tempo e stava complottando per ucciderne molti altri… ma e’ stato preso!”: cosi’ ha twittato Donald Trump, secondo cui Soleimani “e’ stato direttamente e indirettamente responsabile per la morte di milioni di persone, compreso un grande numero di manifestanti uccisi di recente nello stesso Iran”. “Doveva essere fatto fuori molti anni fa!”.

Il leader supremo spirituale iraniano Ali Khamenei ha proclamato tre giorni di lutto nazionale a seguito dell’uccisione del generale Qassem Soleimani nel corso di un raid americano vicino Baghdad. Il sentiero intrapreso da Soleimani continuerà ad essere seguito, ma i responsabili dell’attacco che ha causato la morte del generale dovranno far fronte ad una grave ritorsione, ha dichiarato Khamenei, nel discorso con cui ha minacciato una dura risposta contro gli Stati Uniti. La morte di Soleimani – ha aggiunto Khamenei, citato dalla televisione iraniana – non avrà ripercussioni sulla vittoria finale dell’Islam “sugli imperialisti”. Migliaia di persone sono scese in piazza a Teheran, in Iran, per manifestare contro gli Stati Uniti, dopo il raid in cui è stato ucciso il generale iraniano Qassem Soleimani. “Morte all’America” e “Morte a Israele” urlano i manifestanti, mostrando foto del capo del corpo scelto delle Guardie della rivoluzione ucciso. Rispondere colpo su colpo, chiede la gente. Intanto, l’ambasciata americana a Baghdad ha esortato tutti i cittadini statunitensi a “lasciare immediatamente l’Iraq”, dopo il raid in cui a Baghdad e’ stato ucciso, tra gli altri, il potente generale iraniano Qassem Soleimani e che ha fatto scattare minacce di vendetta da parte di Teheran. Mentre le compagnie petrolifere straniere presenti nella regione irachena di Bassora, vicino al confine con l’Iran, hanno ordinato l’evacuazione di decine di loro dipendenti.

LE REAZIONI

Immediate le reazioni internazionali. La Russia ha avvertito che l’uccisione da parte degli Usa del comandante iraniano Qassem Soleimani, a Baghdad, aumentera’ le tensioni in Medio Oriente. “L’uccisione di Soleimani rappresenta un passo avventurista che aumentera’ le tensioni nella regione”, ha ammonito il ministero degli Esteri, commentando a Ria Novosti il raid Usa. “Soleimani serviva la causa della protezione degli interessi nazionali dell’Iran con devozione”, ha aggiunto il dicastero, “esprimiamo le nostre sincere condoglianze al popolo iraniano”. Per la Francia, l’uccisione del comandante iraniano Qassem Soleimani ha reso il mondo “piu’ pericoloso”. Lo ha dichiarato il ministro francese per gli Affari Europei Ame’lie de Montchalin aggiungendo che il presidente Emmanuel Macron avra’ presto un confronto con “gli attori della regione”. “Il nostro ruolo”, ha concluso, “non e’ schierarci ma parlare con tutti”. Anche la Farnesina parla di “ultimi sviluppi della situazione in Iraq molto preoccupanti”. “Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad una pericolosa escalation culminata nell’uccisione del Generale iraniano Soleimani – fa sapere il ministero degli Esteri -. L’Italia lancia un forte appello perche’ si agisca con moderazione e responsabilita’, mantenendo aperti canali di dialogo, evitando atti che possono avere gravi conseguenze sull’intera regione”. Secondo la Farnesinai, pertanto, “nessuno sforzo deve essere risparmiato per assicurare la de-escalation e la stabilita’. Nuovi focolai di tensione non sono nell’interesse di nessuno e rischiano di essere terreno fertile per il terrorismo e l’estremismo violento”.

CHI E’ SOLEIMANI

Il generale Qassem Soleimani, ucciso da un raid americano all’aeroporto di Baghdad, è stato il grande tessitore della rete iraniana in Medioriente. Un uomo potente, architetto silenzioso, e per anni invisibile, delle ambizioni del suo Paese nella regione, capace di allargare l’influenza e il potere dell’Iran in Siria, Libano, in Yemen, in Iraq, dove si trovava quando è stato ucciso, a 62 anni. Soleimani aveva cominciato la sua carriera combattendo nella guerra fra Iran e Iraq negli anni Ottanta, poi entrò nella Guardie della Rivoluzione, fino a diventare capo della forza Quds, corpo sceltissimo che si occupa delle operazioni all’estero e che lo ha portato a diventare un fedelissimo dell’ayatollah Ali Khamenei. Nato da una famiglia di contadini e con una scarsa istruzione, grazie ad una fitta rete di contatti e finanziamenti mirati ha contribuito negli anni all’ascesa di Hezbollah, ad aiutare col sostegno russo Bashar al Assad in Siria, a fare crescere forze paramiliatri pro Iran in Iraq. Un combattente contro l’Isis e “un martire vivente” per gli iraniani e per Khamenei, “il responsabile della morte di migliaia di americani” per gli Stati Uniti.

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