I popoli indigeni non debbono piu’ subire decisioni prese da altri, sulle loro teste. Lo afferma Papa Papa Francesco che esorta i governi a “conciliare il diritto allo sviluppo, compreso quello sociale e culturale, con la tutela delle caratteristiche proprie degli indigeni e dei loro territori”. Il monito di Francesco riguarda le decisioni da prendere per “strutturare attivita’ economiche che possono interferire con le culture indigene e la loro relazione ancestrale con la terra”. Secondo Francesco, “i Governi debbono riconoscere che le Comunita’ autoctone sono una componente della popolazione che va valorizzata e consultata e di cui va favorita la piena partecipazione, a livello locale e nazionale”.
Nel suo discorso nella Sala Clementina il Papa si e’ soffermato in particolare “sull’elaborazione di linee-guida e progetti che siano inclusivi dell’identita’ indigena, con una speciale attenzione per i giovani e le donne. Inclusione e non solo considerazione!”. “In questo senso – ha scandito Bergoglio nel discorso al Terzo Forum dei Popoli Indigeni – dovrebbe sempre prevalere il diritto al consenso previo e informato, come prevede l’art. 32 della Dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni. Solo cosi’ e’ possibile assicurare una collaborazione pacifica tra autorita’ governative e popoli indigeni, superando contrapposizioni e conflitti”. “A questa necessaria road map – ha affermato il Papa – puo’ contribuire efficacemente l’IFAD con i suoi finanziamenti e la sua competenza, riconoscendo che uno sviluppo tecnologico ed economico che non lascia un mondo migliore e una qualita’ di vita integralmente superiore, non puo’ considerarsi progresso”. Francesco ha espresso la sua gratitudine ai rappresentanti dei popoli indigeni invocando dall’Onnipotente di “benedire le vostre Comunita’ e illuminare l’azione di quanti hanno la responsabilita’ del governo dell’IFAD”.
