La famiglia “non è un oggetto sul quale si comunicano delle opinioni o un terreno sul quale combattere battaglie ideologiche”. Lo scrive il Papa nel messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (17 maggio). Jorge Mario Bergoglio nel messaggio, che viene presentato oggi in Vaticano, scrive che la “sfida” oggi è “reimparare a raccontare, non semplicemente a produrre e consumare informazione. E` questa la direzione verso cui ci spingono i potenti e preziosi mezzi della comunicazione contemporanea. L`informazione è importante ma non basta, perché troppo spesso semplifica, contrappone le differenze e le visioni diverse sollecitando a schierarsi per l`una o l`altra, anziché favorire uno sguardo d`insieme”.
“Anche la famiglia – prosegue il Papa – non è un oggetto sul quale si comunicano delle opinioni o un terreno sul quale combattere battaglie ideologiche, ma un ambiente in cui si impara a comunicare nella prossimità e un soggetto che comunica, una ‘comunità comunicante’. Una comunità che sa accompagnare, festeggiare e fruttificare. In questo senso è possibile ripristinare uno sguardo capace di riconoscere che la famiglia continua ad essere una grande risorsa, e non solo un problema o un`istituzione in crisi. I media tendono a volte a presentare la famiglia come se fosse un modello astratto da accettare o rifiutare, da difendere o attaccare, invece che una realtà concreta da vivere; o come se fosse un`ideologia di qualcuno contro qualcun altro, invece che il luogo dove tutti impariamo che cosa significa comunicare nell`amore ricevuto e donato. Raccontare significa invece comprendere che le nostre vite sono intrecciate in una trama unitaria, che le voci sono molteplici e ciascuna è insostituibile”.
“Oggi – scrive il Papa nel messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali – ancora i media più moderni, che soprattutto per i più giovani sono ormai irrinunciabili, possono sia ostacolare che aiutare la comunicazione in famiglia e tra famiglie. La possono ostacolare se diventano un modo di sottrarsi all`ascolto, di isolarsi dalla compresenza fisica, con la saturazione di ogni momento di silenzio e di attesa disimparando che – prosegue Bergoglio citando Ratzinger – ‘il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono parole dense di contenuto’. La possono favorire se aiutano a raccontare e condividere, a restare in contatto con i lontani, a ringraziare e chiedere perdono, a rendere sempre di nuovo possibile l`incontro. Riscoprendo quotidianamente questo centro vitale che è l`incontro, questo ‘inizio vivo’, noi sapremo orientare il nostro rapporto con le tecnologie, invece che farci guidare da esse”.