Parisi si sfila da Salvini: “Non servono le ruspe”. E Berlusconi rilancia: “Dopo referendum alle urne”

Parisi si sfila da Salvini: “Non servono le ruspe”. E Berlusconi rilancia: “Dopo referendum alle urne”
12 novembre 2016

All’Italia serve “un cambio di passo” e “la risposta non e’ Matteo Salvini”, ne’ la ruspa o gli slogan; sono piuttosto “la soluzione ai problemi e una cultura di governo che sappia dare risposte al Paese”. Stefano Parisi ha scelto Padova, casualmente per un giorno snodo cruciale della politica italiana, per lanciare la sua sfida ai due Matteo, Renzi e Salvini, e al Movimento 5 Stelle. Nel giorno del suo sessantesimo compleanno, Parisi ha deciso di rispondere per le rime al leader del Carroccio che in questo stesso giorno lancia la sua candidatura a palazzo Chigi. “E’ arrivato il momento – dice Parisi – ora dobbiamo candidarci alla guida del Paese, dare risposte, chiarire cosa facciamo. Altrimenti l’alternativa arrivera’ tra poco e sara’ o Renzi o Grillo”, ha detto l’esponente forzista dalla tappa veneta di MegaWatt-Energie per l’Italia. Un appuntamento a cui e’ arrivato con un imprimatur da parte dell’ex premier e leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che ha partecipato con un messaggio. In cui da un lato ha spinto sull’operazione che Parisi sta portando avanti, ma dall’altro ha anche richiamato all’unita’ e al lavoro di squadra.

“Dopo il referendum, si dovra’ andare alle urne, con una legge elettorale ragionevole e possibilmente condivisa, e dare il via ad un vero percorso di riforme”, ha spiegato il Cavaliere, secondo cui “di fronte ai risultati di Renzi e alla palese incapacita’ di governare dei Cinque Stelle, tocchera’ a noi proporre al paese un’offerta politica di qualita’, un progetto di governo serio, credibile e responsabile, che dovra’ basarsi sui nostri valori di riferimento, quelli della tradizione liberale, cattolica, riformatrice. Solo noi, non i populismi, possiamo proporre un’alternativa seria ai fallimenti del centrosinistra. E’ per preparare questo che stiamo lavorando con grande impegno”, continua l’ex premier. Un riferimento, quello ai populismi, che Parisi sembra leggere come legato anche alla Lega: dal palco, infatti, ha ringraziato Berlusconi “per la lettera che mi ha inviato e per l’intervista rilasciata al Corriere della Sera in cui dice che noi non siamo quella roba che e’ a Firenze oggi”, concetto ribadito anche in favore di telecamere. “Lo dico a chi oggi sara’ a Firenze: non si fermano i flussi migratori con le ruspe o bucando i gommoni. Noi vogliamo la soluzione ai problemi, non gli slogan”, aggiunge.

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Ma gli attacchi sono anche per Matteo Renzi, il governo e la sinistra. “Fare 500 mila occupati in piu’ senza crescita economica, solo attraverso gli incentivi, significa illudere le imprese e i giovani e fare un disastro nel mercato del lavoro. Non si cambia l’Italia con politiche di cosi breve periodo”, la stoccata al premier e al suo jobs act. Mentre l’elezione di Trump dimostra che “come in occasione della Brexit, che dimostra che la sinistra nel mondo non ha capito cosa sta succedendo ai nostri popoli, non sta capendo i problemi delle persone impoverite”. Parisi, insomma, che sembra ormai definitivamente in pista, ma a cui, al tempo stesso, arriva da Berlusconi un appello a fare squadra. “A te, Stefano, ho chiesto di svolgere un compito rilevante in questa prospettiva: coinvolgere e rendere protagonista – come stai facendo – un’area piu’ ampia nella prospettiva di uno schieramento dei moderati vincente, ma e’ fondamentale che tutti noi lavoriamo insieme, perche’ ciascuno di noi ha una funzione importante da svolgere”, ha rimarcato l’ex premier, tornando a indicare come ricetta vincente per il futuro di Forza Italia e di tutta “l’area liberale alternativa alla sinistra” la capacita’ “di riavvicinare alla politica i tanti che se ne sono allontanati e i tanti che se ne tengono distanti”. Occorre “senza rottamare nessuno, portare aria nuova nei palazzi della politica, anche a casa nostra. Innestare volti nuovi, freschi, credibili, a fianco di chi ha con onore combattuto per tanti anni le nostre battaglie di liberta’”, ha concluso il Cavaliere, con un chiaro appello alla compattezza interna.

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