Il partito dei pm vuole boigottare Salvini

Il partito dei pm vuole boigottare Salvini
16 settembre 2018

Lo scontro è sempre più aspro, tra parte di magistratura e Matteo Salvini. E così, se da un lato, l’Associazione nazionale magistrati rilancia, gettando alle ortiche il disegno di legge sulla legittima difesa della Lega; dall’altro lato, il vicepremier fa orecchie da mercante e tira dritto. E’ questa l’aria che tira tra pezzi di Stato, tra cui lo stesso Colle, che pochi giorni fa, difendendo le toghe, ha bacchettato il leader leghista (senza citarlo), sottolineando che “nessuno è al di sopra della legge”. In sostanza, ancora si viaggia sulla scia del “patratac” giudiziario frutto del blocco della nave Diciotti. Una vicenda che si muove sotto traccia ma sempre pronta ad esplodere.

Dunque, il “sindacato” delle toghe getta alle ortiche la bozza leghista: “Non avevamo bisogno” di una nuova legge sulla legittima difesa. Di più. Lo stesso presidente dell’Anm, Francesco Minisci, ha parlato di un ddl che “può essere molto rischioso”, esprimendo anche “allarme per una eventuale ‘liberalizzazione’ della vendita di armi”. Per le toghe, in sostanza, “la legge regolamenta già in maniera adeguata tutte le ipotesi di legittima difesa” quindi “non vediamo quali possano essere gli ulteriori interventi”. In dettaglio, il pm ha ricordato il secondo comma dell’articolo 52 del codice penale, introdotto nel 2006, che presume la legittima difesa in caso di reazione a chi si introduce nella propria abitazione e minaccia il proprietario o il furto dei suoi beni.

Poi, dritto alla sostanza. “Si vuole eliminare il principio di proporzionalità – ha ammonito l’Anm -. Questo però è un principio cardine dal quale non possiamo prescindere”. Minisci ha pure espresso preoccupazione, in quanto, se uno degli 8 disegni di legge presentati sulla materia, “venisse approvato, rischierebbe addirittura di legittimare reati gravissimi, fino all’omicidio”. In altri termini, “non si può prescindere dal principio della proporzionalità fra offesa e difesa e dalla valutazione, caso per caso, del giudice”. Immediata la replica del titolare del Viminale. “Il sindacato dei magistrati (Anm) ha attaccato le proposte di legge della Lega sulla legittima difesa perché inutili e rischiose – ha puntellato Salvini -. Invasione di campo? Tutto normale? Io tiro dritto, la difesa è sempre legittima”.

Eppure, parlando al parlamentino dell’Associazione nazionale magistrati, Minisci per altro ha esordito sottolineando come le ultime dichiarazioni del ministro dell’Interno fossero state meno belligeranti e augurandosi l’inizio di una nuova fase, più votata al confronto. Un confronto su “due temi concreti”, i ddl sulla legittima difesa che, a quanto pare, per le toghe è già da cestinare, e quello anticorruzione, su cui hanno manifestato, invece, un giudizio positivo, seppur tiepido. Quella sulla corruzione, per il pm, “è certamente una riforma che migliora le cose ed è una buona base di partenza, ma è incompleta e deve essere integrata”.

La tensione tra Viminale e toghe continuerà ad essere alta, almeno fino a quando non si intravvederà luce sulla situazione giudiziaria del ministro leghista. Anche se, dall’Anm, si continua a ripetere che “non ci faremo trascinare sul terreno dello scontro e della polemica, ma soprattutto non saremo mai noi a innescarli o alimentarli”. Ma, allo stesso tempo, il pm fa sapere, che “reagiremo ogni qualvolta ci saranno attacchi alla indipendenza e alla autonomia della magistratura o tentativi di mettere in dubbio l’imparzialità dei magistrati”. Salvini è avvertito.

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