Patto di Stabilità, Gentiloni: ora saranno favoriti gli investimenti

Patto di Stabilità, Gentiloni: ora saranno favoriti gli investimenti
Paolo Gentiloni
26 aprile 2023

“L’Unione Europea ha bisogno di regole di bilancio comuni, ma il Patto di stabilità e di crescita ha fatto il suo tempo. E quindi oggi presentiamo una riforma del Patto con due obiettivi: il primo è quello di rendere più graduale, e quindi più credibile, il percorso di riduzione del debito per i paesi ad alto debito; e il secondo è quello di rendere possibile un incremento degli investimenti e delle politiche per la crescita. Credo che questi due obiettivi siano gli aspetti principali della riforma che oggi presentiamo”. Lo ha spiegato il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, parlando ai giornalisti italiani al termine della sua conferenza stampa in cui ha presentato, oggi a Bruxelles, la proposta di riforma delle regole della “governance” economica.

“Non tutto lo spazio per gli investimenti – ha osservato Gentiloni – viene dalle regole di bilancio”, e “per aumentarli non bastano le regole di bilancio”; ci sono anche “tante altre cose di cui discutiamo qui a Bruxelles, come i fondi per la competitività”. “Ma le regole di bilancio possono, diciamo così, favorirli o sfavorirli. Io penso che fin qui non ci fosse un meccanismo per favorirli; adesso questo meccanismo c’è”, ha sottolineato il commissario. Gentiloni ha auspicato “che si possa trovare un’intesa tra i diversi paesi Ue rapidamente, perché la clausola di sospensione del Patto di stabilità che è in vigore oggi sarà ancora in vigore solo fino alla fine dell’anno. E penso – ha aggiunto – che in generale non ci possiamo rassegnare a un contesto in cui il debito continua a crescere nei paesi europei e la crescita economica rimane molto bassa. Alto debito e bassa crescita non possono essere una realtà alla quale l’economia europea si possa rassegnare”.

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A una domanda su quali siano le nuove regole che renderanno il nuovo Patto di stabilità più favorevole alla crescita economica rispetto alla versione attuale, il commissario ha risposto spiegando che “ogni paese stabilisce, tenendo conto degli elementi che la Commissione fornirà, un percorso di bilancio per i prossimi quattro-sette anni, e questo consentirà” agli Stati membri “anche di appropriarsi di questi percorsi e non solo di doversi rifare a delle regole o delle soglie piuttosto astratte”. “La seconda cosa molto importante – ha continuato – è che noi daremo più spazio di bilancio, e quindi più gradualità nella riduzione del debito, ai paesi che si impegneranno a fare investimenti nei settori che per noi sono strategici, e quindi l’economia verde e il digitale; e ci sarà anche una discussione tra i paesi su questi settori da privilegiare”. 

Gentiloni ha poi precisato più in dettaglio in che cosa consiste l’incentivo agli investimenti previsto dalla riforma del Patto, che, ha detto, si ottiene anche senza arrivare a una vera e propria “golden rule” (la “regola d’oro” che mantiene separata la spesa per investimenti produttivi dalla contabilizzazione in deficit della spesa). Si tratta di “un meccanismo che non è il classico trattamento contabile diverso di alcuni investimenti rispetto agli altri, quello che in gergo si chiama la ‘golden rule'”. “Le ‘golden rule’ – ha spiegato – non cancellano il debito, ma contabilizzano una parte degli investimenti nella contabilità europea in modo diverso dagli altri, e in questo modo creano più spazio di bilancio entro le regole europee. Noi questo maggiore spazio di bilancio lo creiamo invece allungando il tempo dell’aggiustamento finanziario. Quindi tu devi ridurre il tuo debito già in modo molto graduale rispetto alle regole attuali, ma lo puoi ridurre in modo ancora più graduale se ti concentri su quegli investimenti. Quindi guadagni spazio di bilancio avendo tre anni in più per la riduzione del tuo debito, invece che avendo una contabilità diversa per alcuni settori. Direi che è un modo differente per ottenere più o meno lo stesso risultato”.

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A un giornalista che chiedeva se la proposta di riforma sia una vittoria contro i fautori dell’austerità, il commissario ha replicato: “Penso che la proposta della Commissione sia una proposta molto equilibrata. La Commissione non è un organismo composto tutto da italiani o tutto da ‘colombe’, e neanche tutto da ‘falchi’, se vogliamo usare questo linguaggio: è una Commissione che ha trovato un punto di convergenza, di cui io sono molto soddisfatto perché – ha rivendicato – ci ho lavorato molto. E però, dichiarare vittoria… Dichiareremo vittoria – ha affermato Gentiloni -, primo, quando sarà approvato dal Parlamento europeo e dai governi; e, secondo, tra qualche anno, quando vedremo che gli obiettivi che ci poniamo, e cioè ridurre in modo credibile il debito e aumentare la crescita, saranno obiettivi alla nostra portata”.  

Quanto all’Italia, e allo specifico sforzo di bilancio che le sarà richiesto con le nuove regole per i prossimi anni, il commissario ha riconosciuto che occorreranno “sicuramente un impegno alla riduzione del debito, e sicuramente un impegno a una gradualità, una flessibilità maggiore di quella attuale”. “Io penso – ha aggiunto Gentiloni – che se abbiamo un percorso realistico di riduzione del debito, questo sia nell’interesse dell’Italia, e se abbiamo incentivi per gli investimenti sui beni comuni europei questo sia ancora di più nell’interesse dell’Italia”. Resta il fatto che l’Italia, avendo il deficit oltre il 3% del Pil, secondo le nuove regole dovrà ridurlo annualmente dello 0,5%, fino a tornare sotto la soglia. È stato chiesto al commissario quale spazio rimanga per gli investimenti con questa riduzione. Senza entrare nelle cifre, ha risposto Gentiloni, “sicuramente l’Italia dovrà ridurre il livello del proprio debito pubblico; credo che non ci sia nessun italiano che non ne sia consapevole, non solo al governo ma in generale. Perché un debito elevato comporta le difficoltà che tutti noi conosciamo”.

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“Quello che però possiamo dire è che, quando questa riforma verrà approvata, l’Italia potrà farlo (ridurre il debito, ndr) in un modo più graduale e potrà farlo anche in un modo che avrà deciso l’Italia. Che è molto importante: se guardiamo il corso degli ultimi 30-40 anni, ci sono diversi periodi in cui – ha ricordato – il debito è stato ridotto più o meno significativamente, e dobbiamo considerare quei periodi come periodi positivi, sono periodi nei quali non sono mancati gli investimenti. Quindi molto spesso – ha rilevato il commissario – il debito aumenta per una cattiva qualità della spesa pubblica e non soltanto per fare degli investimenti positivi”. La riduzione del debito in Italia “io penso che sarà graduale, realistica, e consentirà, ovviamente con una buona qualità della spesa pubblica, lo spazio necessario per investire”, ha concluso Gentiloni.

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