Economia

Patto stabilità, Giorgetti: scontata la procedura di infrazione. Def più leggero

Durante un’audizione di fronte alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha avvertito che l’Italia è destinata a ricevere una raccomandazione dalla Commissione europea per aprire una procedura per disavanzo eccessivo. Questa mossa segue la revisione al rialzo dell’indebitamento del 2023, portato al 7,2% a causa dei crediti edilizi. Con la fine della sospensione del Patto di Stabilità e Crescita, introdotta durante la pandemia e prorogata a causa della crisi energetica, l’Italia si trova ora sotto l’occhio attento dell’Europa per il suo debito pubblico.

Al Tesoro, intanto, si sta lavorando per aggiornare le stime programmatiche che saranno incluse nel prossimo Documento di Economia e Finanza. Si prevede che la crescita del PIL sia ridotta al +1% rispetto al +1,2% della precedente Nota di Aggiornamento al DEF. Il deficit dovrebbe essere contenuto al di sotto del 4,5%, avvicinandosi al 4,3% previsto nella precedente Nota di Aggiornamento al DEF. Questa revisione è dovuta anche al fatto che, al momento, il Superbonus viene contabilizzato nell’anno in cui viene generato anziché essere spalmato nel periodo in cui i contribuenti lo utilizzano.

Tuttavia, il bonus del 110% avrà un impatto sul debito pubblico, che dovrebbe scendere leggermente dal 140,2% al 140,1%, secondo la Nadef. L’Istat ha ridotto le stime per il 2023 al 137,3% a causa dell’inflazione che ha aumentato il PIL nominale. Questo rende difficile prevedere una riduzione ulteriore, soprattutto considerando che l’andamento dei prezzi si è raffreddato nel frattempo. Durante l’audizione, il Ministro Giorgetti ha anche suggerito la necessità di sostituire alcuni istituti ampiamente utilizzati, come i crediti di imposta, con tipologie di intervento più controllabili, come i contributi. Ha inoltre sottolineato l’importanza che le amministrazioni strutturino sistemi in grado di monitorare tempestivamente la spesa e di verificare l’efficacia delle politiche pubbliche finanziate.

Parlando del nuovo Patto Ue, Giorgetti ha evidenziato che è un percorso complesso che richiederà tempo e flessibilità. Ha sottolineato la necessità di un minimo di intelligenza nella nuova commissione che sarà delineata nelle elezioni di giugno. L’accordo raggiunto alla fine del 2023, secondo lui, è complesso e talvolta confuso, e non risolve una serie di contraddizioni ma le combina. I dettagli definitivi dell’accordo dovrebbero essere pubblicati nella Gazzetta Ufficiale europea entro l’inizio dell’estate, e al contempo si sta lavorando intensamente sui dettagli attuativi delle nuove regole. In questo contesto, l’Italia sta partecipando attivamente per individuare possibili criticità e trovare soluzioni che favoriscano una considerazione sistematica dei diversi aspetti coinvolti.

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