Pd, governo istituzionale con M5s? Alt renziani: “Non ci sono margini”

Pd, governo istituzionale con M5s? Alt renziani: “Non ci sono margini”
Il capogruppo alla Camera Pd, Graziano Delrio
9 aprile 2018

Domani all’assemblea dei gruppi dem non e’ previsto alcun voto, ne’ documenti da sottoscrivere. Franceschini prendera’ la parola al gruppo per ribadire la sua tesi: bisogna – questo il ragionamento piu’ volte illustrato dal ministro dei Beni culturali – guardare agli interessi del Paese e all’Europa e non consegnare i Cinque stelle nelle mani della Lega, occorre aprire un dibattito. Non si tratta – questa la tesi – di tentare subito un accordo con M5s anche perche’ Di Maio insegue la politica dei due forni, ma di arare il terreno per un governo istituzionale insieme ai pentastellati quando e se dal Colle dovesse arrivare un invito a collaborare per la costruzione di un governo. Una ipotesi che i renziani per ora respingono ‘in toto’. Nessun confronto e non fate scherzi in assemblea, il monito arrivato ai ‘dialoganti’ dem. Niente fuga in avanti, la linea non cambia. Fonti renziane sottolineano che “i gruppi non possono modificare la linea della direzione”.

Dunque, concludono, “non ci sono margini per avviare un dialogo con M5s”, ma nemmeno con Lega e Forza Italia: “Non si tratta di essere oltranzisti o meno, ma di distanze politico-culturali”. Una linea ribadita dal capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio: “Non c’e’ nessuna possibilita’ di un governo M5S-Pd. Le distanze sono talmente tante e profonde che sarebbe difficile immaginare il contrario”. La partita all’interno del Pd in realta’ va considerata tutta in prospettiva interna. Perche’ l’obiettivo dei non renziani e’ rendere – come spiega uno dei franceschiniani – le “dimissioni dell’ex segretario vere e non finte”. Il sospetto e’ che Renzi si stia tenendo tutte le porte aperte e che voglia essere lui a trattare nel momento in cui dovesse prolungarsi l’impasse sul fronte Lega-M5s. “Per ora noi siamo all’opposizione. Punto, poi tra due mesi vediamo…”, dice uno dei fedelissimi dell’ex presidente del Consiglio.

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“Un governo Partito democratico-Movimento cinque stelle non e’ immaginabile, nemmeno se Luigi Di Maio dovesse fare un passo indietro e accettare un altro premier”, mette in chiaro Delrio. Anche per Martina al momento non ci sono le condizioni per un incontro con Di Maio. Il capogruppo dem alla Camera manda un messaggio anche a chi attacca Renzi. “Bisogna lasciarlo in pace”, sta “diventando un alibi, il problema del Pd non e’ lui”. Il fronte dei non renziani punta su Martina, vorrebbe che all’assemblea del 21 sia legittimato nel poter gestire il partito. L’ex presidente del Consiglio ha preso tempo, mentre i fedelissimi vorrebbero che si presentarsi per la corsa a segretario uno dei renziani.

“Il 21 aprile si decidera’ se eleggere un segretario o avviare il congresso. Io credo che ci serva partire con un congresso che duri al massimo 7-8 mesi e finisca in tempo per le Europee”, sottolinea ancora Delrio che, poi, fa il punto sul percorso per la scelta del nuovo segretario: “personalmente proporro’ di partire con il percorso congressuale. Una discussione nei territori ampia che si concluda tra sei-sette mesi, non di piu’, con un nuovo manifesto del Pd, di ideali, di principi, di valori, di prospettive frutto di un lavoro collettivo”. Quanto ai candidati, Delrio sottolinea la necessita’ che si scelga “qualcuno che interpreti il cambiamento. Per me nel 2014 era Matteo Renzi, ora invito quei giovani che hanno voglia di cimentarsi a farsi avanti”.

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