La telefonata tra Elly Schlein e Stefano Bonaccini non basta, l’accordo sui capigruppo del Pd ancora non c’è e serviranno ancora dei giorni per trovare l’intesa. La segretaria, raccontano, avrebbe ribadito al capo della minoranza l’intenzione di rinnovare la guida dei due gruppi parlamentari, scegliendo due nomi della maggioranza. Si parla ancora di Chiara Braga alla Camera e Francesco Boccia al Senato, anche se lo schema potrebbe essere invertito, Cecilia D’Elia al Senato e Giuseppe Provenzano alla Camera.
Il fatto è che, a quanto pare, Bonaccini per ora avrebbe preso tempo e qualche parlamentare di minoranza già minaccia: “Se fosse così probabilmente andremmo alla ‘conta’”. Tradotto: se la Schlein indica due nomi di maggioranza da votare è possibile che vengano contrapposti candidati di area-Bonaccini per le presidenze dei gruppi, dato che i presidenti vengono eletti dai parlamentari.
Uno scenario che certo sarebbe assai poco coerente con quella “gestione unitaria” invocata dalla Schlein e dallo stesso Bonaccini. Il presidente Pd, raccontano, dovrà fare il punto nelle prossime ore con i maggiorenti della sua area, per provare a trovare un punto d’intesa. Compito non semplice, perché l’ipotesi di due capigruppo di maggioranza non piace a tanti di coloro che hanno sostenuto il presidente dell’Emilia Romagna alle primarie.
“Non è mai successo – dice un parlamentare – persino Renzi, che aveva vinto le primarie col 67%, lasciò Speranza capogruppo”. Bonaccini fin dal primo momento ripete che ora è il momento dell’unità, che l’unica “maglietta” è quella del Pd. Ma non sarà semplice convincere tutta la sua area che si può accettare la gestione unitaria anche con due capigruppo di area-Schlein.