Penalisti, processi più lenti aumento prescrizione corruzione

I penalisti italiani non condividono l’aumento della prescrizione per i reati di corruzione, né le sospensioni previste dalla riforma alla ex Cirielli, che oggi ha avuto il primo sì dalla Camera: “Significa rendere i processi irragionevolmente lunghi”. E l’Unione camere penali italiane, quindi, in attesa di modifiche al ddl sulla prescrizione, resta in stato di agitazione e conferma la manifestazione nazionale fissata a Roma per il 31 marzo prossimo. “Sia il ministro Orlando che il vice ministro Costa – spiega L’Ucpi – hanno formulato una espressa apertura a possibili modifiche in Senato del Ddl sulla prescrizione. Lo stato di agitazione proclamato dalla Giunta Ucpi prosegue fino al completamento dell`iter legislativo in attesa di tale voto. Le molteplici perplessità espresse dall`UCPI hanno infatti trovato accoglimento non solo in sede parlamentare ma anche nelle opinioni espresse da numerosi giuristi e da esponenti della stessa magistratura”. E “nell`ambito della manifestazione nazionale fissata a Roma per il 31 marzo prossimo, alla quale parteciperanno i rappresentanti dell`avvocatura e dell`accademia ed esponenti politici della maggioranza e dell`opposizione, saranno esposte ed approfondite le ragioni del dissenso nei confronti del Ddl sulla prescrizione, approvato oggi alla Camera”. Per i penalisti infatti “i reati di corruzione non si combattono con l`innalzamento delle pene (che costituisce una strategia di contrasto della criminalità che si è sempre rivelata inefficace), ma con una seria riforma delle amministrazioni, delle burocrazie e della legge sugli appalti pubblici”.

E “l`allungamento della prescrizione per tali reati, da un quarto alla metà della pena massima edittale, provoca un deleterio allontanamento del giudicato dalla commissione del fatto, rendendo meno incisivo l`accertamento processuale e la eventuale espiazione della pena e sbilanciando inevitabilmente il processo verso la fase delle indagini e delle cautele”. Stessa bocciatura arriva dai penalisti dell’Ucpi per le sospensioni: “Il generalizzato ulteriore allungamento di ben tre anni ottenuto per effetto delle sospensioni nelle fasi di impugnazione provoca un ulteriore espansione di tale già notevolissimo intervallo temporale (12 anni nel caso dei reati di corruzione) esasperandone gli effetti deleteri, senza che le relative sospensioni trovino una adeguata giustificazione della incidenza della prescrizione in tali fasi processuali, in quanto è noto che, ad esempio, le prescrizioni nel giudizio di Cassazione incidono complessivamente in misura irrilevante (0,8 %)”. L’Unione camere penali non ha dubbi: “Più un reato è grave e dannoso per una società e più rapidi ed efficaci dovrebbero essere i processi, allungare la prescrizione significa rendere i processi irragionevolmente lunghi con costi sociali altissimi ed in aperta violazione dell`articolo 111 della costituzione (sul giusto processo Ndr) e se anche è vero che a volte i fatti di corruzione emergono a distanza di tempo esistono altri differenti rimedi di natura processuale che non sono stati affatto presi in esame”.

 

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