Politica

Pensione anticipata, con Ape via a 63 anni. Poletti: “Sono fiducioso”. Le opposizioni: “Polpetta avvelenata”.

di Enzo Marino


Potranno accedere all’anticipo pensionistico (Ape) quei lavoratori a cui mancano tre anni e sette mesi alla pensione. Il prestito sarà sperimentato per due anni. È questa, per i sindacati, l’ultima ipotesi di mediazione avanzata dal governo e oggi sul tavolo del confronto al ministero del Lavoro. Potranno quindi uscire nel 2017 coloro che sono nati fino al 1954, una volta compiuti 63 anni. Per chi ha un lavoro l’anticipo sarà pagato con rate di ammortamento sulla pensione, mentre per coloro che sono disoccupati e non hanno ammortizzatori sociali, l’anticipo sarà gratuito (purché l’importo della pensione non sia superiore ai 1200 euro netti). Dunque, all’orizzonte un “piacevole” compromesso. Qualcosa che farà tirare un sospiro di sollievo a chi, dopo anni di lavoro, sogna un meritato riposo. Nell’incontro di oggi con il sottosegretario Nannicini – secondo quanto hanno spiegato i sindacati – si è discusso anche di ricongiunzioni tra i periodi assicurativi in diverse gestioni che dall’anno prossimo non dovrebbero essere più onerose. Dovrebbero allargarsi le maglie, inoltre, per quanto riguarda le attività usuranti facendo rientrare probabilmente categorie come quelle dell’edilizia, maestre d’asilo e degli infermieri. Si è parlato poi dei lavoratori precoci e dell’aumento delle pensioni più basse confermando l’intenzione di intervenire con la somma aggiuntiva, la cosiddetta quattordicesima, per coloro che hanno redditi personali complessivi fino a mille euro al mese.

Per quei lavoratori che hanno iniziato tra i 14 e i 18 anni sul tavolo resta l’ipotesi di un bonus contributivo che consenta loro di uscire dal lavoro con 41 anni di contributi. Per gli usuranti invece si lavora a una modifica della normativa per ampliare la platea dei beneficiari cercando di eliminare sia le finestre di uscita previste oggi che l’aggancio alle aspettative di vita con cui rendere possibile un’uscita dal lavoro 3 anni e 7 mesi prima. Insomma “la mediazione è arrivata oggi, ma era in viaggio da un pò. Noi avevamo chiesto un anticipo di 4 anni”, spiega il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli al termine della riunione. L’Ape sarà sperimentata per due anni “ma questo non significa che dopo abbandoneremo l’intervento. Serve piuttosto per un monitoraggio dei pensionamenti”. Restano sul tavolo, come detto, tutte le agevolazioni per consentire un accesso all’Ape anche ai lavoratori svantaggiati. Per questa categoria, e probabilmente entro il tetto di 1200 euro netti di reddito, il prestito pensionistico ventennale non dovrebbe pesare sulla pensione: l’intera rata di ammortamento infatti, riferiscono i sindacati, verrà pagata dallo Stato. Per l’Ape volontaria invece resta la rata ventennale che inciderà sulla pensione: “ma questa sarà una scelta che lasciamo all’autonomia dei singoli”, dice il segretario confederale Uil, Domenico Proietti. Inevitabili le reazioni.

IL MINISTRO Sull’anticipo pensionistico, Ape, “io sono fiducioso e mi auguro che all’inizio della prossima settimana, quando ci sarà un ulteriore incontro con le segreterie confederali, si essere abbastanza vicini a una definizione precisa di questa materia”. Lo afferma il ministro del Lavoro, Giuliano Paoletti, Il ministro si dice fiducioso su una condivisione con i sindacati: “Lavoro per questo – aggiunge – e poi naturalmente ognuno mantiene la propria responsabilità, alla fine della discussione ognuno esprimerà il proprio grado di soddisfazione. Poiché parliamo di molte cose, dell’ape, della ricongiunzione onerosa, può darsi che qualcuno sia pienamente soddisfatto per la soluzione che adottiamo per una parte e non esserlo per qualcos’altro”.

LA LEGA “Il gioco delle tre carte con le pensioni dei lavoratori. La revisione all’accesso pensionistico proposta dal governo è una vera e propria truffa. A Renzi non bastava aver dissanguato cittadini, lavoratori, risparmiatori e imprese, ora chi vorrà andare in pensione ad un’età accettabile dovrà, di fatto, pagare di tasca sua una penalità altissima”. Lo dichiara Gian Marco Centinaio, capogruppo al Senato della Lega Nord. “Anziché abolire la legge Fornero, permettere a chi ha lavorato 40 anni di andare in pensione e dare spazio ai giovani, Renzi – aggiunge – ha pensato l’ennesima furbata delle sue: fare cassa con i soldi versati dai lavoratori. Il tutto con l’ingiustificato e complice assenso dei sindacati. Questa vergogna è la decantata apertura del governo alla flessibilità in uscita. Ci vuole un bel coraggio a dire che il governo agevola l’accessopensionistico”.

IL M5S “L’anticipo pensionistico è la polpetta avvelenata che il governo si prepara a servire agli italiani nel menu della prossima legge di Bilancio”. Lo affermano i parlamentari M5S in merito alle nuove ipotesi di penalizzazione legata all’Ape che emergono oggi dall’incontro governo-sindacati. “Invece di riformare alla radice la legge Fornero e consentire ai giovani di entrare e svecchiare così il nostro sistema produttivo, il governo – aggiungono – si concentra su meccanismi che lasciano in braghe di tela i futuri pensionati e che favoriscono la solita lobby di banche e assicurazioni”. “Incapaci di tagliare le pensioni d’oro e i vitalizi dei soliti privilegiati, i partiti sanno sempre come fare cassa quando si tratta della previdenza. E la soluzione è bastonare i normali cittadini. Il M5S andrà al governo e rivedrà alla radice il nostro sistema previdenziale. Meritano più rispetto i nostri nonni di oggi e di domani, quel bastione incrollabile di ‘welfare familiare’ che spesso sostiene il bilancio dei nuclei di figli e nipoti. Quel rispetto – concludono i parlamentare Cinquestelle – che questo governo non sa nemmeno dove stia di casa”.

 

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