Per la Camera Salvini sceglie Fontana: “noi affidabili”

Per la Camera Salvini sceglie Fontana: “noi affidabili”
Lorenzo Fontana
14 ottobre 2022

Lorenzo Fontana è il candidato per la presidenza della Camera, Riccardo Molinari resterà a fare il capogruppo, Giancarlo Giorgetti entrerà al governo solo se Matteo Salvini lo vorrà. Nel giorno in cui il centrodestra mostra tutte le sue divisioni, la Lega prova a dare invece un’immagine di compattezza granitica attorno al segretario. Il tutto suggellato da una foto che ritrae i protagonisti della giornata sorridenti attorno allo stesso tavolo. “Noi siamo quelli seri e affidabili della coalizione…”, rivendicano i leghisti, nel giorno in cui Salvini può rivendicare che “tutto il gruppo al Senato ha sostenuto Ignazio La Russa”, mentre Forza Italia si sfilava e solo i voti dell’opposizione consentivano l’elezione del presidente del Senato.

Con lo scontro tra FdI e Fi in atto, la Lega e Matteo Salvini si ritagliano dunque il ruolo di forza responsabile. E il messaggio passa in primo luogo dalla compattezza interna. Il passaggio da Molinari a Fontana come candidato per la presidenza della Camera, spiegano dal Carroccio, “è per una logica territoriale: toccava a un veneto”. Poco importa che i rapporti tra Fontana e Luca Zaia non siano proprio idilliaci: “Non sono molti i veneti che possono ricoprire quel ruolo, e Fontana è già stato vicepresidente di Montecitorio”, osservano dall’inner circle salviniano. Seppure per pochi mesi, prima di assumere l’incarico di ministro della Famiglia nel governo Conte I. Ultraconservatore, nei 10 anni passati all’Europarlamento Fontana ha allacciato i rapporti tra la Lega e la galassia della destra europea, a partire da Marine Le Pen fino al sogno di un “supergruppo” conservatore a Strasburgo, naufragato perchè FdI e gli altri gruppi di Ecr – polacchi in primis – non ne hanno voluto sapere.

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Per il piemontese Molinari ci sarà la riconferma a capogruppo: “Molinari è stato e sarà il miglior capogruppo possibile, ruolo per me politicamente più rilevante per i prossimi cinque anni”, sancisce Salvini. Chi dovrà ancora attendere è invece Giancarlo Giorgetti: “Ha rimesso a Salvini la decisione per un eventuale incarico nel futuro governo di centrodestra”, spiega una nota della Lega. E lui conferma: “Se la Lega vuole il ministero dell’Economia e mi manda lì, io ci vado”. Parole che servono a dare compattezza, e che dal punto di vista di Giorgetti “rafforzano il concetto che il Mef è della Lega, non di Giorgetti come singolo”, spiegano i suoi. Una puntualizzazione verso chi pensa di dividere così la Lega, ma anche verso chi nella Lega volesse giocare al tiro al bersaglio contro il governo.

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