Economia

Piano ambientale ex Ilva, Bruxelles sollecita l’Italia sul mancato rispetto delle scadenze. Incontro ministero Lavoro-sindacati

La Commissione Europea continua a monitorare con attenzione la situazione ambientale dello stabilimento ex Ilva di Taranto, ma i risultati non sono ancora quelli attesi. Il piano ambientale, che avrebbe dovuto essere completamente attuato entro agosto 2023 per garantire la conformità alle direttive europee, risulta infatti ancora incompleto.

Ex stabilimenti Ilva

Un portavoce della Commissione ha dichiarato: “Nonostante un dialogo costante con le autorità italiane, permangono criticità significative che impediscono il pieno rispetto degli impegni presi”.

Parallelamente a questa situazione, emergono forti critiche da parte delle associazioni ambientaliste Legambiente e Peacelink, che denunciano una grave mancanza di trasparenza e partecipazione nel processo di revisione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) dello stabilimento.

In un comunicato congiunto del 6 giugno 2025, le due organizzazioni hanno affermato: “Il Ministero dell’Ambiente non ha coinvolto né il pubblico né la società civile nelle decisioni riguardanti le condizioni dell’autorizzazione ambientale. Al contrario, Acciaierie d’Italia ha avuto accesso esclusivo e privilegiato alle informazioni, acquisendo così un ruolo dominante nel negoziato”.

Le associazioni sottolineano come Acciaierie d’Italia abbia ottenuto modifiche sostanziali alle 477 prescrizioni tecniche contenute nel cosiddetto “Parere Istruttorio Conclusivo” presentato il 2 aprile 2025. “Questo documento, che avrebbe dovuto rappresentare un passaggio fondamentale per la tutela ambientale, non è mai stato ufficializzato né reso disponibile al pubblico e agli stakeholder ambientali”, denunciano Legambiente e Peacelink. Successivamente, un nuovo parere, riscritto sulla base delle richieste avanzate dall’azienda, è stato presentato il 4 giugno, “sempre senza alcuna consultazione pubblica o coinvolgimento della società civile”.

La situazione, secondo le associazioni, non è solo un problema tecnico o burocratico, ma solleva questioni di trasparenza, equità e democrazia ambientale. “Chiediamo con forza al Ministero dell’Ambiente di rendere immediatamente pubblici tutti i documenti relativi al procedimento, inclusi i pareri dell’Istituto Superiore di Sanità sulla Valutazione di Impatto Sanitario, e di riaprire i termini per le osservazioni, in modo da garantire il diritto di partecipazione della comunità locale e delle organizzazioni ambientaliste”, hanno dichiarato.

Il caso Taranto si conferma così un nodo cruciale in un contesto più ampio di tensioni sociali e ambientali. Da anni la città è al centro di un acceso dibattito che coinvolge salute pubblica, tutela ambientale e sviluppo industriale. I ritardi nell’attuazione delle misure previste e la gestione opaca del processo autorizzativo rischiano di alimentare ulteriori proteste e malcontento, mettendo a dura prova la fiducia della popolazione nelle istituzioni.

In questo scenario, il ruolo di Bruxelles è fondamentale. La Commissione Europea, pur riconoscendo gli sforzi compiuti, continua a sollecitare l’Italia a rispettare gli impegni presi e a garantire un processo trasparente e partecipato. Un portavoce ha ribadito: “La mancata attuazione completa del piano ambientale e le criticità nella gestione del riesame dell’AIA rappresentano un campanello d’allarme che non può essere ignorato, soprattutto in una città come Taranto, dove le conseguenze ambientali e sanitarie sono particolarmente gravi e sentite dalla comunità”.

In sostanza, la vicenda dell’ex Ilva di Taranto mette in luce le difficoltà di coniugare esigenze industriali, tutela ambientale e partecipazione democratica. Solo attraverso un impegno reale e condiviso, con trasparenza e coinvolgimento di tutti gli attori interessati, sarà possibile superare le criticità e garantire un futuro più sostenibile per Taranto e i suoi cittadini.

Intanto, il ministero del Lavoro ha convocato un tavolo sull’ex Ilva per domani, alle 15, per l’esame congiunto sulla Cigs. Nella convocazione il ministero fa seguito “agli incontri svolti a Palazzo Chigi e attesa l’esigenza urgente manifestata dai commissari di avviare un nuovo esame congiunto in ordine al programma di Cigs”. La riunione si svolgerà nella sede di via Flavia, a Roma.

Pubblicato da
Redazione