Il piccolo Charlie Gard, per ospedale di Londra non può andare al Bambino Gesù

Il piccolo Charlie Gard, per ospedale di Londra non può andare al Bambino Gesù
4 luglio 2017

Il piccolo Charlie Gard non potrà essere trasferito al Bambino Gesù, che aveva manifestato la propria disponibilità ad accoglierlo e assisterlo. “L’ospedale di Londra (Great Ormond Street Hospital – ndr) ha risposto che non è possibile da un punto di vista legale”, sulla base delle sentenze, ha riferito Mariella Enoc, presidente dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, a margine della presentazione della Relazione sanitaria e scientifica 2016 presso la Pontificia Accademia delle Scienze. “La mamma ha chiamato l’ospedale chiedendo di approfondire l’aspetto scientifico”, ha aggiunto Enoc. I macchinari che tengono in vita Charlie Gard, il neonato britannico gravemente malato al centro di una lunga battaglia legale, potrebbero essere staccati da un momento all’altro. I genitori, Chris Gard e Connie Yates, continuano a vivere il dramma per Charlie, il figlio di dieci mesi che soffre di una rara malattia mitocondriale. Al bambino è stata diagnosticata poco dopo la nascita la sindrome da deplezione del Dna mitocondriale, una patologia che causa un progressivo e inesorabile indebolimento muscolare, di cui si conoscono solo 16 casi al mondo.

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I medici dell’ospedale pediatrico Great Ormond Street Hospital, dove il piccolo è ora ricoverato in terapia intensiva, avevano avvertito i genitori che il figlio non aveva speranze di sopravvivere e hanno deciso di staccare il suo supporto vitale. In un post pubblicato su Facebook, la coppia ha raccontato che sta trascorrendo le “ultime ore preziose” in compagnia del figlio. “Abbiamo il cuore completamente spezzato. Trascorriamo le ultime ore con il nostro bambino. Non siamo autorizzati a scegliere se nostro figlio viva e non siamo autorizzati a scegliere quando o dove Charlie muoia”, hanno scritto i genitori. “Noi e cosa più importante Charlie siamo rimasti profondamente delusi durante questo intero percorso. Charlie morirà sapendo che è stato amato da migliaia di persone…grazie a tutti per il vostro sostegno”. Martedì scorso, 27 giugno, la Corte europea per i diritti umani (Echr) ha respinto l’appello di Gard e Yates per autorizzare Charlie a sottoporsi a una terapia sperimentale negli Stati Uniti, bocciano l’ultimo appiglio legale per la famiglia. La sentenza ha inoltre revocato un’ingiunzione di tribunale, in base alla quale ai medici dell’ospedale Great Ormond Street a Londra era chiesto di mantenere in funzione i macchinari che consentivano a Charlie di vivere. L’ospedale ha fatto sapere che non “affretterà…cambi nei protocolli di cura di Charlie” e che ogni cambiamento alla terapia comprenderà una “meticolosa pianificazione e discussione”. I genitori del neonato hanno però contestato ai medici di aver bloccato la loro volontà di riportare il figlio a casa prima che morisse.

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