“Play Strindberg”, ironia e crudeltà del matrimonio

10 maggio 2017

Un ring sul palcoscenico e tre personaggi. E’ come un incontro di boxe, ci si studia, si lotta, si attacca e si risponde. Ma giocando tra sarcasmo, grottesco e ironia. In scena al Teatro Eliseo di Roma, fino al 21 maggio, “Play Strindberg” di Friedrich Durrenmatt, regia di Franco Però. Il drammaturgo svizzero reinterpretò il celebre testo di Strindberg, “Danza macabra” cambiandone titolo e spirito ma divertendosi a lasciarne inalterata la crudeltà nell’indagare la vita matrimoniale. Il regista: “L’essenza rimane, ma da un dramma della famiglia borghese ha tratto una commedia sui drammi delle famiglie borghesi, quindi i caratteri principali ci sono tutti, però trattati con sarcasmo, perché è cattivo Durrenmatt, anche più di Strindberg”.

I protagonisti sono Edgar, capitano d’artiglieria, interpretato da Franco Castellano, sua moglie, ex attrice, Maria Paiato, e Kurt, il cugino-amante che torna all’improvviso, Maurizio Donadoni. Va in scena l’inferno matrimoniale, con l’altro a fare da catalizzatore. “E’ una delle variazioni più belle, cattive e ironiche sulla vita di coppia”. Undici scene scandite dal suono di un gong, dentro e fuori dal ring. Si ride assicura il regista, ma il pugno nello stomaco resta: “Sentirsi dire che ogni matrimonio ha in realtà dei pensieri di morte… Certe sere ho visto che fa ridere, altre vedo una certa acidità nel prenderlo”.

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Per Maria Paiato è, però, importante che emerga la capacità di ridere di se stessi: “Soprattutto è un gioco che si porta avanti attraverso la musicalità di battute che si rimpallano, con estrema leggerezza, anche perché ad affondare le mani nel dolore e nella tragedia ci aveva già pensato Strindberg….era importante venisse fuori la qualità del divertimento”. “Il ring simboleggia il matrimonio o comunque i rapporti tra le persone che quasi sempre sembrano fondati su un equilibrio tra vittima e carnefice e qui ognuno fa qualunque cosa a tratti è vittima e a tratti carnefice, ci passiamo la palla così”. E Donadoni, l’altro al di fuori della coppia, ha aggiunto: “Francamente è esilarante, perché quando lei dice: ‘Crepa una buona volta….’ la gente ride, perché è quello che si proibisce di pensare magari nella vita privata, ed è poi la funzione del teatro, catartica: vedi dei personaggi dire cose che tu non dici ma sotto sotto c’è la voglia di dirle qualche volta”.

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