Pnrr, Gentiloni: aiutiamo gli Stati ma ci sono scadenze

Pnrr, Gentiloni: aiutiamo gli Stati ma ci sono scadenze
Paolo Gentiloni, commissario Ue per gli Affari economici
11 luglio 2023

Gli Stati membri dell’Ue “hanno continuato a compiere progressi” nell’attuazione dei loro piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr) “e parallelamente sono proseguiti i lavori di preparazione e valutazione dei piani rivisti e dei capitoli ‘REPowerEU’. Ad oggi, la Commissione ha ricevuto 30 richieste di pagamento, 14 piani modificati e 10 capitoli ‘REPowerEU’, per un importo totale degli esborsi che ammonta finora a 153,4 miliardi di euro”. Il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni fa il punto a Strasburgo in occasione dell’undicesima riunione del “Dialogo sulla ripresa e la resilienza” al Parlamento europeo, in cui viene monitorato l’avanzamento dei progetti finanziati dal piano di Recovery “NextGenerationEU”.

 

Prefinanziamenti in due tranche

 

Riguardo ai nuovi capitoli dei Pnrr che sono o saranno presentati a seguito del pacchetto “REPowerEU”, focalizzato sulla transizione e la sicurezza energetica in reazione alla guerra russa in Ucraina, “gli Stati membri potranno ricevere prefinanziamenti in due tranche, tra il 2023 e il 2024”, dopo che i piani rivisti saranno stati adottati dal Consiglio Ue, ma “a condizione che ciò avvenga entro il 31 dicembre 2023”, ha puntualizzato Gentiloni. Dopo l’Estonia, il primo Stato membro a presentare un capitolo REPowerEU che è stato già approvato dal Consiglio, la Commissione ha raccomandato, sempre al Consiglio, l’approvazione dei piani nazionali rivisti di Malta, Francia e Slovacchia (con l’aggiunta di capitoli REPowerEU), e anche di un piano dell’Irlanda con modifiche mirate e limitate a due misure. L’Esecutivo Ue attualmente sta valutando i piani riveduti di Danimarca, Spagna, Portogallo, Lituania, Repubblica ceca e Paesi Bassi, ha spiegato il commissario.

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Arretrato richieste pagamento

 

“Ci aspettiamo – ha indicato Gentiloni – che molti altri Stati membri presentino i loro piani riveduti nelle prossime settimane. Faremo del nostro meglio per valutare questi piani e proporre quanto prima le decisioni di attuazione del Consiglio Ue, assicurando nel contempo una valutazione approfondita della loro conformità ai requisiti del regolamento” del dispositivo Ue per la ripresa e la resilienza Rrf. “Più in generale – ha notato il commissario, con un riferimento implicito anche all’Italia -, le differenze nel ritmo di attuazione dei piani stanno diventando più evidenti. Mentre alcuni paesi sono sulla buona strada, altri affrontano un rischio crescente di ritardi”. “Sono necessari – ha aggiunto – sforzi per affrontare il crescente arretrato di richieste di pagamento, rispetto ai piani iniziali, e per mantenere la rotta. Dobbiamo evitare – ha avvertito Gentiloni – un accumulo del fabbisogno di finanziamenti per la Commissione negli ultimi anni del dispositivo”.

 

Atteggiamento collaborativo di Bruxelles

 

“Siamo tutti consapevoli che la tempistica per l’attuazione del dispositivo Rrf è impegnativa. Il regolamento – ha ricordato – stabilisce che i pagamenti agli Stati membri nell’ambito del Rrf possono essere effettuati dalla Commissione solo entro la fine del 2026, mentre le tappe e gli obiettivi finali devono essere raggiunti entro il 31 agosto 2026”. Tuttavia, il commissario ha garantito che vi sarà un atteggiamento flessibile e collaborativo da parte di Bruxelles. “Pur rimanendo nell’ambito del regolamento, la Commissione continuerà a sostenere gli Stati membri nell’individuare modi per ottimizzare l’uso delle risorse del Rrf al momento di negoziare la revisione dei Pnrr, con la progettazione degli obiettivi intermedi (‘milestones’, Ndr) e dei traguardi finali (‘targets’, Ndr)”. Gentiloni ha indicato alcuni esempi di questa flessibilità possibile: “Per alcuni investimenti in cui vi è sufficiente rassicurazione che il progetto sarà pienamente completato entro il 2026, gli ultimi traguardi e obiettivi possono riflettere un’implementazione prossima all’attuazione finale, almeno al 90%. Ad esempio, se l’investimento era per 100 turbine eoliche, l’obiettivo finale, per agosto 2026, dovrà coprire un minimo di 90 turbine eoliche”.

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Crescita economica incerta

 

Inoltre, ha aggiunto il commissario, fornendo una indicazione che potrebbe essere interessante per il caso italiano, “alcuni investimenti sono stati strutturati in modo che il sostegno dell’Rrf copra solo parte dei costi di un progetto”. In questo caso “i traguardi intermedi e gli obiettivi finali inclusi nel Pnrr coprirebbero solo una parte del progetto che sarebbe completata entro la fine del 2026, mentre altre parti che si concretizzerebbero successivamente non sarebbero incluse nel Pnrr e supportate dall’Rrf”. “Un esempio – ha spiegato ancora Gentiloni – potrebbe essere un regime nazionale che fornisce finanziamenti per ristrutturazioni volte all’efficienza energetica, in cui lo Stato membro continua la misura oltre il 2026 con finanziamenti a carico del proprio bilancio nazionale, al di fuori del Pnrr”. “La crescita economica in tutto il mondo e nell’Ue è instabile e le prospettive rimangono offuscate dall’incertezza. In questo contesto – ha sottolineato il commissario -, l’Rrf resta lo strumento più potente di cui disponiamo per rilanciare una crescita sostenuta e sostenibile”.

 

Determinante l’Rrf

 

Il dispositivo per finanziare il piano europeo di recovery “è stato fondamentale per evitare il rischio di divergenze tra gli Stati membri a seguito della pandemia”, e “ha contribuito a portare il nostro rapporto tra investimenti pubblici e Pil al livello più alto degli ultimi anni”. “Parte della risposta alle sfide più ampie che stiamo affrontando – ha osservato Gentiloni – è proprio l’Rrf: su come conciliare le crescenti esigenze di investimento con la riduzione dei livelli di debito; o come garantire la competitività dell’industria europea nella corsa industriale globale alla tecnologia pulita”. L’Rrf “consente agli Stati membri di continuare a investire e rimanere all’avanguardia delle innovazioni nella doppia transizione, anche se la politica di bilancio diventa meno espansiva. Li incoraggia a realizzare riforme che aumenteranno la produttività, l’inclusione sociale e la crescita”. “Ecco perché l’attuazione deve proseguire con ambizione e determinazione, e la Commissione continuerà a stare al fianco di tutti gli Stati membri in questo sforzo comune”, ha concluso il commissario.

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