Cronaca

Polemiche anche sui funerali, si faranno ad Amatrice. Pronti fondi Ue per la ricostruzione

Non a Rieti, ma ad Amatrice. I funerali delle vittime del terremoto si svolgeranno oggi, giornata di lutto nazionale,  alle 18 nel centro devastato dal sisma del 24 agosto. Ma perche’ la scelta, che poi era quella originaria, diventasse definitiva, ci sono volute diverse ore di tensione segnate da non poche polemiche. A innescare le proteste dei residenti, era stata l’indicazione della prefettura di Rieti: le esequie, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del premier Matteo Renzi, si sarebbero dovute tenere alle 8 di oggi nell’aeroporto del capoluogo laziale, sostanzialmente per ragioni di viabilita’. Immediato il ‘no’ della popolazione a una decisione giudicata del tutto ingiustificata: i resti delle vittime sarebbero poi dovuti tornare nella stessa Amatrice, dove dalle prime ore di ieri mattina, proprio in vista del rito religioso, si stava allestendo una piazzola all’interno del centro per anziani intitolato a Padre Giovanni Minozzi. Con il trascorrere delle ore, il malcontento e’ diventato rabbia, e a dargli voce tra gli altri sono stati proprio il sindaco, Sergio Pirozzi, e il parroco, don Savino D’Amelio. Fino alla telefonata chiarificatrice con la quale nel primo pomeriggio Renzi ha scritto la fine della storia: “I funerali delle vittime del terremoto si terranno ad Amatrice come chiedono il sindaco e la comunita’ locale. E come e’ giusto”, ha twittato il premier; mentre Pirozzi sottolineava che “sono state accolte le istanze della popolazione”.

Dunque, la sede dei funerali torna Amatrice: e con questo Renzi sembra voler ribadire che ogni decisione andra’ presa tenendo conto dei bisogni e delle convinzioni dei cittadini. Anche, soprattutto, nei tempi e nei modi della ricostruzione. Nel frattempo, nei centri colpiti dal sisma si continua a scavare e il bilancio delle vittime – con gli ultimi due cadaveri recuperati dalle macerie dell’hotel Roma di Amatrice – e’ salito a quota 292 vittime accertate: 231 ad Amatrice, 11 ad Accumoli e 50 ad Arquata. Gli assistiti nelle tende sono 2.925, ma la disponibilita’ complessiva e’ di oltre 5.400 posti, a cui si aggiunge la possibilita’ di allestire ulteriori moduli secondo necessita’. E mentre la terra non smette di tremare – sono piu’ di 2mila sin qui le repliche – l’inchiesta della procura di Rieti tesa ad accertare eventuali responsabilita’ muove i primi passi. E’ stata avviata l’acquisizione di documenti: i pm hanno autorizzato i soccorritori e prelevare dalle rovine tutte le carte utili. Ma solo dopo i funerali l’attivita’ investigativa entrera’ nel vivo. Sul fronte della ricostruzione, il Fsue, operativo dal 2002 , a oggi ha erogato aiuti per 3,7 miliardi di euro. Il Fondo di solidarietà dell’Unione europea, è stato istituito all’indomani delle gravi inondazioni che colpirono l’Europa centrale. Il Fondo interviene nei casi di calamità naturali di rilevante entità come il caso del terremoto di Amatrice.

Il Fsue è già intervenuto in occasione dei terremoti del 2009 a L’Aquila e del 2012 in Emilia Romagna con un totale di oltre 1,1 miliardi di euro. Il Fondo di solidarietà può erogare fino ad un massimo di un miliardo di euro in un anno. La procedura prevede che il paese vittima di calamità presenti domanda di aiuto entro il termine di 10 settimane dalla data in cui si è verificato il primo danno. Per il terremoto dell’Emilia Romagna, il Fsue ha erogato la cifra record, pari a 670 milioni di euro mentre per il terremoto del 2009 l’Italia ha ricevuto dal Fondo 494 milioni di euro. Per l’intervento del Fsue, le autorità italiane devono indicare i danni diretti. Per il terremoto del 2012 vennero indicati danni per 13,3 miliardi di euro e 10 miliardi per quello in Abruzzo. Per la mobilitazione del Fondo in caso di catastrofi in Italia, i danni diretti devono superare l’importo di 3,6 miliardi di euro. Priorità del Fondo europeo sono gli alloggi. Per il terremoto dell’Emilia la maggior parte dei costi degli interventi urgenti (pari a 465 milioni) era riferita alla fornitura di strutture ricettive provvisorie per ospitare 43mila persone per un massimo di tre anni. Quasi 90 milioni sono stati destinati per riparare le infrastrutture di base e oltre 60 milioni per il costo dei servizi di soccorso. Per il terremoto dell’Aquila, oltre alle risorse del Fondo di solidarietà, la Regione Abruzzo ha potuto beneficiare di un prolungamento per l’utilizzo dei fondi regionali europei. Per i terremoti, l’Italia ha ricevuto inoltre 30,8 milioni per il terremoto in Molise nel 2002.

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