Pensieri&Parole

Politici senza coerenza e maestri di contraddizione. Ma gli elettori sono così rimbambiti?

Nell’era del primato dei media e delle fake news non si può pretendere (purtroppo) che la politica non faccia largo uso della propaganda (o, quando va bene, del marketing). Se i partiti non si curano della coerenza (la sfangano giusto perché siamo un paese senza memoria) dovrebbero almeno evitare la contraddizione sistematica. Matteo Salvini lancia “l’internazionale sovranista”: ma se ogni paese è sovrano a casa sua che senso ha allearsi con gli altri? La Lega, che vorrebbe distribuire i migranti in tutta l’Ue, starà in un gruppo politico con i paesi che non ne vogliono ospitare nemmeno uno. Mistero.

Giorgia Meloni, che con i suoi Fratelli d’Italia, e nonostante il clima favorevole, staziona sotto il 5%, sostiene che potrebbe esserci una maggioranza alternativa a quella guidata da Salvini e Di Maio formata dal Carroccio e, appunto, da Fdi senza Forza Italia. E con quali voti? Non è dato sapere. Ogni giorno Giorgia attacca il governo gialloverde anche se ha cercato fino all’ultimo di entrarci (fu Di Maio a mettere il veto). Silvio Berlusconi chiede il voto per “cambiare l’Europa”. Eppure lui e i Popolari di Bruxelles hanno avuto la maggioranza negli ultimi 25 anni (proprio il suo vice e capolista nell’Italia centrale, Antonio Tajani, è stato due volte ministro europeo e presidente del Parlamento). Non potevano cambiarla prima?

Il M5S una volta meditava di lasciare l’euro e, a volte, anche l’Unione. Non a caso era alleato con il padre della Brexit, Nigel Farage. Ora Luigi Di Maio ne è diventato uno strenuo difensore e il famoso referendum per dire addio a Strasburgo uno sbiadito ricordo. Il Pd fa mettere le mani nei capelli: non ha idee e contesta con forza i provvedimenti di sinistra del governo: il reddito di cittadinanza, il salario minimo orario, le tutele per i rider, simbolo dei lavori precari. Ma sì, tanto gli elettori si bevono tutto e subiscono il potere irrefrenabile della comunicazione, pensano leader e leaderini dei partiti. Peccato che gli italiani sono (un po’) più attenti di quello che credono i parolieri della nostra politica e che la comunicazione abbia un limite invalicabile, segnato dalla realtà. È molto rischioso superarlo.

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