Una immagine di come sarà il Ponte sullo Stretto
La sua mano indica il plastico imponente, una visione futuristica che da cinquant’anni divide l’Italia. Al Meeting di Rimini, in un padiglione del MIT che racchiude i grandi progetti infrastrutturali del paese, Matteo Salvini non parla più di un sogno, ma di una scadenza. Il Ponte sullo Stretto non è più un’idea, ma una data precisa sul calendario politico: l’avvio dei cantieri a settembre. È una sfida lanciata a chi ha sempre creduto che il Ponte fosse solo una “favola” e una promessa forte, che mette al centro la concretezza contro la burocrazia.
“In questi giorni dal Mef dovrebbe tornare il pacchetto completo a Palazzo Chigi al Cipe, poi c’è la Corte dei Conti che deve bollinare, poi si parte”, ha dichiarato il vicepremier. L’iter, dunque, è chiaro: una volta ottenuta la validazione finanziaria e il via libera della Corte dei Conti, si potrà finalmente dare il via ai lavori preparatori.
La visita al Meeting non è stata solo l’occasione per fare il punto sui prossimi passi, ma anche per lanciare una promessa che guarda al futuro. Salvini ha infatti preso l’impegno di tornare all’appuntamento del 2026 con i cantieri già aperti, trasformando il sogno del Ponte in un’evidenza tangibile. “Sono orgoglioso di aver riportato il ministero delle infrastrutture e dei trasporti al Meeting di Rimini, alla faccia di qualche rosicone che si lamenta di tutto e di tutti”, ha aggiunto il ministro, in un passaggio dal tono polemico.
Le parole di Salvini hanno il peso di una sfida. Annunciare la “posa della prima pietra del ponte sullo stretto di Messina” già nel 2026, dopo “50 anni di chiacchiere”, non è solo un atto di fiducia, ma un vero e proprio impegno pubblico. L’appuntamento al Meeting del prossimo anno, ha promesso, vedrà il ministero presente con un padiglione “ancora più importante, con tanti nuovi cantieri aperti”.
La scommessa è alta e l’attesa è palpabile. Il Ponte sullo Stretto, seppur tra le mille incognite e i complessi passaggi burocratici che ancora lo separano dalla sua concretizzazione, sembra essere arrivato a un punto di svolta. Ora la politica ha lanciato il suo guanto di sfida. Spetta ai fatti, e non più solo alle promesse, dimostrare se questa volta l’opera è davvero destinata a diventare realtà, lasciando alle spalle un passato di progetti incompiuti e speranze disilluse.