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Ponte sullo Stretto, altro stop amministrativo. Salvini: “Conseguenza inevitabile”

La Corte dei conti ha bloccato il “III Atto Aggiuntivo”, l’accordo tra Ministero delle Infrastrutture e Società Stretto di Messina S.p.A., negando il visto al decreto interministeriale. La decisione, presa oggi, è l’inevitabile conseguenza del precedente rifiuto della Corte del 29 ottobre di approvare la delibera del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (CIPESS) sul progetto definitivo. Senza il visto, l’accordo operativo per la concessione delle opere risulta inoperativo.

Stop al decreto interministeriale: la Corte ricusa il visto

La Sezione centrale di controllo di legittimità della Corte dei conti, al termine della Camera di consiglio odierna, non ha ammesso al visto e alla conseguente registrazione il decreto del primo agosto 2025, n. 190, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF). Il decreto in questione riguardava l’approvazione del “III Atto aggiuntivo” alla convenzione siglata con la società Stretto di Messina S.p.A., che ne regola i rapporti in quanto concessionaria per la realizzazione del Ponte sullo Stretto.

Le motivazioni ufficiali di questo diniego, che di fatto blocca l’aggiornamento dell’accordo ufficiale tra lo Stato e la società, saranno rese note entro i prossimi 30 giorni con apposita deliberazione. Il mancato visto di legittimità è un passaggio obbligatorio e senza di esso l’atto non può diventare operativo.

Il “tema preliminare” della precedente bocciatura

La decisione odierna non è un problema isolato, ma, come riconosciuto dal MIT stesso in una nota, è direttamente collegata al precedente pronunciamento della Corte. “La mancata registrazione del decreto interministeriale che assentisce il III atto aggiuntivo del Ponte sullo Stretto arriva alla fine di un’ampia discussione… nel corso della quale è emerso, innanzitutto, il tema preliminare dell’effetto di preclusione che la mancata registrazione della delibera Cipess ha sulla decisione odierna”, ha spiegato il Ministero.

Il 29 ottobre scorso, infatti, la stessa Corte dei conti aveva già respinto la “delibera Cipess” del 6 agosto, l’atto fondamentale che approvava il progetto definitivo dell’opera e il suo piano finanziario. L’Amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha infatti dichiarato che il mancato visto “era prevedibile” perché l’atto convenzionale è “funzionalmente collegato” alla delibera di approvazione del progetto, già bocciata. In sostanza, la Corte non ha potuto autorizzare un accordo tecnico basato su un progetto che non aveva ricevuto il via libera definitivo, creando un inevitabile effetto domino.

Salvini minimizza: “Conseguenza inevitabile”

Nonostante l’ennesimo stop, le figure chiave del progetto mantengono una linea di fiducia e determinazione. Il vicepresidente del Consiglio e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha minimizzato l’accaduto: “Nessuna sorpresa: è l’inevitabile conseguenza del primo stop della Corte dei Conti. I nostri esperti sono già al lavoro per chiarire tutti i punti. Resto assolutamente determinato e fiducioso”. Anche il MIT ha espresso fiducia “sulla prosecuzione dell’iter amministrativo”.

La società Stretto di Messina ha annunciato la convocazione di un Consiglio di Amministrazione per il 25 novembre per esaminare la situazione. L’Ad Ciucci ha ribadito la convinzione che verranno forniti “tutti i nuovi approfondimenti richiesti, con la piena collaborazione” per proseguire nella realizzazione dell’opera, definita “strategica di preminente interesse nazionale”.

Reazioni politiche

Di tono opposto le reazioni dell’opposizione. La segretaria del Partito Democratico (PD), Elly Schlein, ha affermato che lo stop “blocca un progetto ingiusto, sbagliato, dannoso, vecchio”. La senatrice Barbara Floridia del Movimento 5 Stelle (M5s) ha parlato di “protervia del potere” del Governo e di una “pantomima che il paese non merita” in un periodo di tagli alle risorse.

Ancora più dura la posizione di Angelo Bonelli (Alleanza Verdi e Sinistra – AVS), che ha definito la decisione della Corte “di una gravità assoluta” e ha minacciato di denunciare il governo alla Procura europea se dovesse ignorare il pronunciamento della Corte e insistere, asserendo che si assumerebbe “responsabilità pesantissime, anche sul piano giuridico”.

Pubblicato da
Maurizio Balistreri