Presbiopia dopo i 40 anni? Addio occhiali. Oggi c’è la chirurgia

Presbiopia dopo i 40 anni? Addio occhiali. Oggi c’è la chirurgia
18 dicembre 2020

Avere difficoltà a mettere a fuoco le parole quando si legge il giornale, una raccomandata, o un messaggio sul telefonino. Prima o poi tutti gli over40 si trovano a fare i conti con il calo della vista,una condizione molto comune come spiega ad Askanews Giorgio Santin Direttore oftalmoloco presso Jesolo Medical Care e Clinica Torre Eva di Mestre Venezia. La presbiopia è un evento fisiologico che avviene nel momento in cui cessa il potere di accomodazione del cristallino e questo evento impedisce alla persona di vedere correttamente da vicino, di leggere a una distanza intermedia o vicina, dai 30 ai 50 cm. Non c’è una datazione precisa, questo evento può avvenire verso i 40, 42 o 45 anni e viene normalmente corretto con l’uso di lenti adatte, con occhiali o lenti a contatto. Da alcuni anni tuttavia il progresso delle tecniche di chirurgia oculistica ha messo a disposizione dei pazienti presbiti due soluzioni innovative, che possono liberare dalla schiavitù degli occhiali non solo a fini estetici ma anche per esigenze legate al mutato stile di vita.

A cominciare dal trattamento Laser che consente di rimodellare con grande precisione la superficie della cornea e di correggere sia la presbiopia che altri difetti come miopia, ipermetropia o astigmatismo: “Questo è un intervento che va ad agire sulla parte anteriore dell’occhio, sulla cornea e alterando il profilo della cornea crea i presupposti anche in questo caso per una messa a fuoco sia da lontano che nell’intermedio che da vicino”. Ma le opzioni sono più di una: “La prima è quella del laser, la seconda è quella di un intervento che prevede la sostituzione del cristallino con un cristallino particolare, cosiddetti cristallini premium. Sono cristallini multifocali che hanno la caratteristica di consentire di mettere a fuoco le immagini alla distanza intermedia e vicina oltre che naturalmente da lontano”. E’ comunque assolutamente necessaria una attenta e scrupolosissima valutazione da parte dello specialista che deve non solo considerare dal punto di vista anatomico se vi siano le condizioni per effettuare tali interventi, ma anche quali siano le aspettative del paziente e quindi valutare se possano essere del tutto soddisfatte:

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“Sono interventi con approccio naturalmente diverso che hanno indicazioni diverse per pazienti che avranno dei difetti, età e condizione oftalmologica diverse”. Tutti i pazienti vengono sottoposti ad una accurata visita con esami specifici per vedere se ci siano le condizioni per poter intervenire. Il fattore dirimente tra una chirurgia o un’altra, innanzi tutto è l’età. A cui si associa la trasparenza del cristallino. L’importante è una ricerca e una selezione del paziente che passa attraverso un colloquio, un esame, un riesame del paziente fino ad arrivare a definire qual è l’intervento ideale. L’intervento laser corneale viene di solito eseguito bilateralmente nella stessa seduta, mentre per l’intervento di cataratta in via precauzionale, in genere si preferisce operare prima un occhio e poi l’altro a distanza di 15-20 giorni. Sono interventi che vengono svolti con il paziente sveglio senza uso di anestesie particolari, tranne un’anestesia topica, con gocce che vengono instillate alcuni minuti prima e l’intervento dura dai 15 ai 30 minuti. Il decorso post operatorio non prevede in nessuno dei casi il ricovero. Il paziente dopo poche ore viene dimesso e non dovrà rimanere chiuso nella convalescenza post operatoria ma semplicemente avere alcuni accorgimenti”.

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