Gaetano Galvagno
La Procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio per Gaetano Galvagno, presidente dell’Assemblea regionale siciliana ed esponente di Fratelli d’Italia, con altre 5 persone. L’accusa principale è corruzione per aver dirottato fondi pubblici verso eventi organizzati dall’imprenditrice Caterina Cannariato. In cambio, secondo i pm Maurizio de Lucia, Andrea Fusco e Felice De Benedittis, Galvagno avrebbe ottenuto incarichi per familiari e collaboratori. L’udienza preliminare davanti al gip Giuseppa Zampino è fissata per il 21 gennaio 2026.
Galvagno risponde di corruzione, peculato, truffa e falso ideologico. Insieme a lui rischiano il processo l’ex portavoce Sabrina De Capitani Di Vimercate, l’imprenditrice Cannariato (già coinvolta in un altro procedimento con l’assessore al Turismo Elvira Amata), l’event manager Alessandro Alessi, l’esperta di marketing Marianna Amato (dipendente della Fondazione Orchestra sinfonica siciliana) e l’autista dell’Ars Roberto Marino. Esce dall’inchiesta l’imprenditore catanese Nuccio La Ferlita, la cui posizione è stata stralciata, mentre non compare più il nome del segretario particolare di Galvagno, Giuseppe Cinquemani.
“Delle due ipotesi di corruzione, quella che riguarda il capodanno di Catania è già stata archiviata. Mi dispiace che sia rimasta ancora in piedi l’ipotesi di peculato per l’utilizzo dell’auto ma ci auguriamo di poter chiarire quanto prima. Anzi, sto valutando pure un giudizio immediato – ha detto Galvagno -. Siamo abbastanza sereni di poter dimostrare tutto quello che magari non siamo stati bravi a dimostrare prima. Abbiamo voglia ed esigenza di chiarire quanto prima i fatti che sono rimasti contestati”. “Ricordo che sono cadute tutte le utilità personali – ha concluso Galvagno -, non c’è nulla che riguardi la mia persona e mi auguro quanto prima di poter risolvere”.
Secondo la ricostruzione investigativa, Galvagno e De Capitani avrebbero “sistematicamente sviato e sottomesso le proprie funzioni pubblicistiche agli interessi privatistici” della Cannariato. L’imprenditrice è rappresentante regionale della Fondazione Marisa Bellisario e vicepresidente della Fondazione Tommaso Dragotto, legata alla Sicily by Car del marito (oggi separato) Tommaso Dragotto. Il presidente dell’Ars avrebbe fatto approvare o direttamente concesso una serie di finanziamenti pubblici.
Nel dettaglio: 100.000 euro inseriti nella legge di Bilancio 2023 per l’evento “Un Magico Natale” edizione 2023, altri 98.000 euro nella manovra 2024 per la stessa manifestazione nell’edizione successiva. Poi 15.000 euro dalla presidenza dell’Ars più 12.200 dalla Fondazione Federico II (presieduta dallo stesso Galvagno) per “La Sicilia per le donne” del 25 novembre 2023 a Palermo e Catania. Infine 11.000 euro per un apericena durante l’evento “Donna, Economia e Potere” della Fondazione Bellisario nell’ottobre 2023.
Il prezzo della corruzione, sostengono i pm, sarebbe stato pagato in consulenze e nomine. La cugina di Galvagno, Martina Galvagno, avrebbe ottenuto un incarico di consulenza legale dalla A&C Broker s.r.l., società rappresentata dalla Cannariato. Franco Ricci, compagno della portavoce De Capitani, sarebbe entrato nel consiglio di amministrazione di Sicily by Car s.p.a., mentre Marianna Amato avrebbe ricevuto un incarico dalla Fondazione Dragotto per organizzare “La Sicilia per le donne”.
Il giro di favori si sarebbe allargato agli eventi stessi. Per l’edizione 2023 di “Un Magico Natale”, la Fondazione Dragotto avrebbe affidato l’organizzazione ad Alessandro Alessi con l’accordo che questi restituisse almeno 20.000 euro alla Cannariato e facesse avere altre somme ad Amato e De Capitani. Alessi è definito dai magistrati “intermediario e facilitatore” con un “contributo necessario agli accordi corruttivi”. Amato avrebbe svolto il ruolo di “istigatrice e intermediaria”. Tra i beneficiari anche Davide Sottile, la cui posizione è stata però stralciata dall’inchiesta.
L’inchiesta non si ferma alla corruzione. Galvagno e l’autista Marino rispondono di peculato per l’uso privato dell’Audi A6 di servizio, impiegata per almeno 60 volte per scopi personali. Il presidente avrebbe fatto ritirare cibo da asporto (kebab, sushi, patatine) a domicilio, dato passaggi a parenti e amici. Anche De Capitani si sarebbe servita della macchina, e lo stesso Marino l’avrebbe usata per faccende private.
Il capitolo più grave riguarda i rimborsi: Marino avrebbe dichiarato decine di missioni mai effettuate, ottenendo circa 19.000 euro tra spese e diarie. I fogli di viaggio sarebbero stati regolarmente firmati da Galvagno, che ora risponde di truffa e falso ideologico insieme all’autista. È invece caduta l’ipotesi sul Capodanno 2024 a Catania: il sospetto che 250.000 euro pubblici fossero stati concessi all’imprenditore La Ferlita in cambio di consulenze ad amici di Galvagno sembra destinato all’archiviazione, così come l’accusa sui biglietti gratis per concerti.
Questo procedimento si aggiunge a quello che vede imputata Elvira Amata, assessore regionale al Turismo di Fratelli d’Italia, in concorso con la stessa Cannariato. Anche in quel caso è già fissata l’udienza preliminare. L’accusa sostiene che Amata si sia fatta promettere l’assunzione del nipote Tommaso Paolucci nella A&C Broker tra settembre 2023 e marzo 2024, più il pagamento dell’alloggio presso il Leone Suite B&B di Palermo (4.590,90 euro oltre IVA).
In cambio, l’assessorato avrebbe stanziato 30.000 euro per la manifestazione “Donna, Economia e Potere” promossa dalla Fondazione Bellisario. Esiste poi un terzo filone che coinvolge ancora De Capitani e l’ex direttrice della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso, accusate di corruzione per aver ricevuto due quadri in cambio dell’organizzazione della mostra dell’artista Omar Hassan.