Politica

Bergoglio: servono cristiani adulti, la Chiesa lasci libertà interiore

Ieri a Budapest con Victor Orban, leader della destra sovranista, oggi a Bratislava con la presidente slovacca, Zuzana Caputova, progressista ecologista ed europeista: dopo una mattinata nella capitale ungherese per la chiusura del congresso eucaristico internazionale oggi papa Francesco entra in pieno nella visita pastorale in Slovacchia, dove è giunto ieri pomeriggio e rimane fino a mercoledì. Papa Francesco “si pone in modo evidente contro tutti coloro che vogliono sfruttare la religione per obiettivi politici” ha sottolineato la Caputova nel corso della cerimonia di accoglienza che si è svolta stamane al palazzo presidenziale di Bratislava. Il pontefice, ha detto Caputova, “sottolinea che il nucleo del Vangelo include la sollecitudine per le persone bisognose, i senzatetto, le persone espulse dal proprio Paese a causa della guerra, del terrorismo e della povertà, e in molte occasioni ripete che ogni forma di antisemitismo, ma anche religiosa l’intolleranza è incompatibile con il cristianesimo”. Francesco “chiede umiltà, misericordia e fratellanza universale. Chiede una nuova cultura della politica e una nuova etica nell’economia. Nelle sue encicliche sociali metti in guardia dai più grandi pericoli del nostro tempo: populismo, egoismo nazionale, fondamentalismo e fanatismo”.

Secondo la presidente Slovacca, “ogni crisi, anche quella pandemica, porta parole forti e gesti forti. Il tono pacifico, la comprensione e la comprensione sono sempre più visti come un segno di debolezza. Come se ci stessimo abituando gradualmente che il risultato dello sforzo umano e del dibattito sociale o politico dovrebbe essere una sconfitta degli altri”. Secondo papa Francesco, invece, la Chiesa deve superare la tentazione di una “religiosità rigida”, fatta di “leggi da osservare”, “sicurezza” e “uniformità”, e incoraggiare i fedeli ad avere un “rapporto maturo e libero con Dio”, da cristiani “adulti” che interrogano la propria “coscienza”, perché molti, e soprattutto i giovani, non accettano più una fede che non contempli anche la “libertà interiore”. È uno stralcio di un ampio discorso fatto dal Pontefice a vescovi, sacerdoti, religiosi e suore slovacchi incontrati oggi nella cattedrale di Bratislava.

Volgendo lo sguardo al cattolicesimo slovacco, “a volte”, ha proseguito il papa, “anche nella Chiesa questa idea può insidiarci: meglio avere tutte le cose predefinite, le leggi da osservare, la sicurezza e l`uniformità, piuttosto che essere cristiani responsabili e adulti, che pensano, interrogano la propria coscienza, si lasciano mettere in discussione. E’ l’inizio della casistica, tutto regolato… Nella vita spirituale ed ecclesiale c`è la tentazione di cercare una falsa pace che ci lascia tranquilli, invece del fuoco del Vangelo che ci inquieta e ci trasforma. Le sicure cipolle d`Egitto sono più comode delle incognite del deserto. Ma una Chiesa che non lascia spazio all`avventura della libertà, anche nella vita spirituale, rischia di diventare un luogo rigido e chiuso. Forse alcuni sono abituati a questo; ma tanti altri – soprattutto nelle nuove generazioni – non sono attratti da una proposta di fede che non lascia loro libertà interiore, da una Chiesa in cui bisogna pensare tutti allo stesso modo e obbedire ciecamente”.

“Carissimi”, ha detto Francesco, “non abbiate timore di formare le persone a un rapporto maturo e libero con Dio. Questo forse ci darà l`impressione di non poter controllare tutto, di perdere forza e autorità, ma la Chiesa di Cristo non vuole dominare le coscienze e occupare gli spazi, vuole essere una ‘fontana’ di speranza nella vita delle persone. E’ un rischio è una sfida”. ma nessuno, ha detto il papa, deve sentirsi “schiacciato. Ognuno possa scoprire la libertà del Vangelo, entrando gradualmente nel rapporto con Dio, con la fiducia di chi sa che, davanti a Lui, può portare la propria storia e le proprie ferite senza paura e senza finzioni, senza preoccuparsi di difendere la propria immagine. Poter dire con sincerità ‘sono peccatore’, non continuare a credersi giusti. L`annuncio del Vangelo sia liberante, mai opprimente. E la Chiesa sia segno di libertà e di accoglienza”.

Il Papa ha poi ricevuto a porte chiuse, in serata presso la nunziatura apostolica di Bratislava, il presidente del Parlamento slovacco Boris Kollar e, successivamente, il primo ministro Eduard Heger. Ricordiamo che Jorge Mario Bergoglio, 84 anni, si è sottoposto a luglio ad un’operazione al colon. Quello a Budapest e in Slovacchia è il primo viaggio dopo la convalescenza. Il programma è sostanzialmente uguale a quello di ogni altro viaggio papale, tranne che per qualche lieve variazione come, appunto, qualche udienza in più alla nunziatura dove, poi, il papa cena e pernotta. La giornata di domani, al contrario, presenta un’agenda serrata e molti spostamenti. Il papa visita due città slovacche: Kosice, secondo centro del Paese nonché seconda metropolia cattolica latina dopo Bratislava, al confine orientale, e Presov, terza città nonché metropoli bizantina. In quest`ultima, nel pomeriggio incontrerà la locale comunità rom, in serata saluterà un gruppo di ragazzi. Mercoledì, ultimo giorno del viaggio, sarà dedicato alla visita a Sastin, sede del santuario nazionale che celebra Maria, patrona del paese. Infine, con tappa nella capitale, il rientro a Roma, previsto per le 15.30.

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